In periodo di picco influenzale è fondamentale capire quali sono i momenti di maggiore stress per l’organismo, così da essere preparati.
Quando si ha uno stato influenzale, un virus o comunque non si è in ottima forma, i sintomi non sono mai uguali durante tutta la giornata. Sembra esserci una fascia oraria in cui peggiorano drasticamente, per poi tornare ad un punto di stabilità.
Molti credono che questa sia solo una questione personale, ma non è così. Ci sono infatti questioni scientifiche alla base di tali manifestazioni ed è importante tenerne conto per evitare di gravare ulteriormente sulla sintomatologia, allungando anche il decorso della malattia.
I sintomi generali sono presenti tutta la giornata ma tendono a peggiorare la sera e la notte. Ciò può essere ricondotto a vari fattori. In primo luogo sicuramente il dormire in maniera supina ha un impatto negativo, perché il muco non viene drenato correttamente e finisce con l’annidarsi nei passaggi nasali e sinusali. Così provoca disturbi nella respirazione, dolore e fastidio.
Aumenta di conseguenza anche la tosse. Essendoci il muco, infatti, il corpo prova a rigettarlo e si sforza di espellere il tutto. Cosa che però non riesce a fare in maniera adeguata, vista la posizione. Ma non è solo questo il problema, l’ora critica potrebbe essere identificata anche in maniera più precisa, con le 17. Fondamentale, in tal senso, è il ritmo circadiano. L’organismo si attiva per ripristinare ogni volta la sua funzionalità e lo fa basandosi proprio su una sorta di schema che si ripete ogni giorno.
Questo orario può oscillare tra estate e inverno, come da soggetto a soggetto, ma in linea di massima coincide sempre quando viene rilevato il cambio orario. Ossia quando si passa dal giorno alla notte, semplicemente perché gli occhi percepiscono che è calato il buio. Durante la sera e dunque la notte i tessuti si attivano per arginare i danni che sono stati fatti. È il momento in cui tutto si rigenera e si hanno maggiori sintomi e difficoltà.
A partire dalle 17 avviene questo progressivo cambiamento. Tra le 18 e le 21 la pressione e la temperatura salgono, la risposta immunitaria è al massimo. Quindi tutto è legato ai ritmi circadiani del sistema immunitario, alle secrezioni ormonali, alla frequenza cardiaca e alla temperatura. Di conseguenza si può affermare come il momento “peggiore” sia quello serale e notturno, con particolare incisività nelle ore indicate quando si ha l’attivazione dell’organismo per combattere al massimo il virus presente.
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