Per fare in modo che il passaggio di proprietà di una casa, o di qualsiasi altro immobile, possa essere sancito in via ufficiale si ricorre al rogito, un documento notarile che rappresenta un contratto vero e proprio. Il rogito mutuo, giusto per fare un esempio, viene redatto dal notaio per poi essere accettato dalle parti in causa. Affinché un rogito possa essere ritenuto valido, sia per un terreno che per un edificio, è indispensabile che non vi siano situazioni pendenti e, in particolare, che sia privo di ipoteche; in caso contrario il passaggio di proprietà non può essere eseguito.
Cosa bisogna fare per il rogito
Il rogito mutuo è un attestato che viene scritto su fogli particolari in cui sono specificate le modalità attraverso le quali l’immobile verrà pagato e viene indicato il valore di vendita totale dell’immobile: in altri termini il rogito segnala quanto deve essere pagato il venditore da chi compra l’edificio. Il notaio incaricato è tenuto a svolgere diverse indagini preliminari sull’immobile, allo scopo di accertare che – come si è detto – non vi siano ipoteche pendenti. Nel caso in cui l’esito si riveli positivo, si può dichiarare l’immobile libero al rogito.
I compiti del notaio
Un altro compito che spetta al notaio in vista della redazione di un rogito mutuo consiste nel controllare che la casa rispetti le normative catastali ed edilizie; se così non fosse, la compravendita non sarebbe legale. Nello stato al rogito vengono indicate tali informazioni, mentre il rogito notarile comprende le spese che il notaio ha dovuto affrontare per i vari adempimenti professionali, tra i quali le copie dei certificati e dei documenti che ha dovuto richiedere per rendere possibile la compravendita. Spetta al compratore pagare il notaio; ed è sempre l’acquirente che deve provvedere alle spese di cancelleria, a quelle per la redazione dell’atto di compravendita e agli oneri di segreteria. A carico di chi compra è, ovviamente, anche l’atto di mutuo.
La gestione del mutuo
Nell’eventualità in cui venisse acceso un mutuo, ciò sarebbe possibile unicamente dopo l’atto di acquisto dell’immobile. Si può concedere un finanziamento unicamente dopo che tutte e due le parti hanno sottoscritto il rogito notarile, in modo che l’acquirente appaia come il proprietario effettivo della casa.
Quando si spende
Le spese notarili variano in base all’ipoteca scritta a garanzia del mutuo e a seconda del valore di vendita della casa. Qualora si abbia a che fare con un immobile di valore elevato, le spese notarili sono destinate ad aumentare di conseguenza. Per di più non bisogna dimenticarsi di ulteriori imposte: l’Iva va da un minimo del 9% a un massimo del 22, ma ci sono anche l’imposta ipotecaria, l’imposta catastale e l’imposta di registro, che nel caso della prima casa corrisponde al 2% del valore dell’edificio, mentre nel caso della seconda casa equivale al 9%. Le imposte ipotecarie e le imposte catastali non sono proporzionali, ma hanno sempre un importo fisso di 50 euro.
Chi deve conservare il rogito
Del rogito devono essere prodotte tre copie: una resta al notaio, che la dovrà conservare in archivio; una rimane a chi compra e una è del venditore. Una copia del rogito deve essere depositata dal notaio entro il 28esimo giorno dalla data in cui l’atto è stato firmato presso la Conservatoria dei registri immobiliari: è uno degli obblighi professionali più importanti che un notaio deve rispettare. In sintesi, non si può sapere a priori quanto si spende per il rogito e per le spese connesse, in quanto i costi sono proporzionali al valore che viene attribuito alla casa.