La passata stagione ha lasciato un segno indelebile in tutto l’ambiente Roma, partendo dai tifosi e finendo per la squadra. La cavalcata che ha portato i giallorossi alla semifinale è stata a dir poco stupenda. Alti e bassi incredibili hanno fatto da preambolo ad un Roma-Barcellona da urlo. Ruggire contro i grandi, buttar via dalla competizione dei mostri sacri come Messi e compagni è stato un traguardo che dalle parti dello Stadio Olimpico non vedevano da anni. Mettendoci di contorno, ammesso e concesso che la Serie A possa definirsi tale, un campionato di estrema tranquillità con l’obiettivo qualificazione alla Champions raggiunto con relativa facilità, l’annata era stata da incorniciare.
L’alba di una nuova stagione presentava una formazione, con nuove pedine arrivate grazie ad un mercato non perfetto ma propedeutico per le casse societarie. Le avversarie si sono rinforzate forse di più rispetto ai capitolini, ma le ambizioni rimanevano alte. Il girone d’andata, però, ha dato un responso estremamente negativo. Decimo posto e mister più fuori che dentro Trigoria. Il tutto si spiegava proprio riconducendo il tutto alla passata annata. L’ossatura della rosa è praticamente la stessa rispetto ad un anno fa e proprio quella stagione sembrava aver scaricato i calciatore mentalmente, fisicamente e per quanto concerne le motivazioni.
Ma è davvero possibile che una compagine, dopo quanto di bene fatto nella battaglia precedente, si possa arenare nelle sabbie mobili nel nuovo giorno? La storia del calcio è piena di grandi imprese dove sono stati raggiunti i limiti del possibile da gruppi di atleti che, l’anno successivo, hanno preso la via del tramonto. Succede spesso, vero, ma solo a chi ha vinto trofei. Non può accadere ad una squadra che, nonostante gli ottimi traguardi, non ha arricchito la bacheca sociale. Sembrava strano prima del girone di boa ed è assolutamente non vero oggi e a dimostralo c’è sempre la Roma.
La formazione giallorossa ha trovato il bandolo della matassa ed è tornata gioire e scalare la classifica. Per il futuro stagionale, però, servirà continuare a rimontare con forza posizioni e curare quella malattia che ancora è presente. Bisogna eliminare i black out, i momenti di afasia durante il match. Per farlo serve un grande scommettitore, l’allenatore, che sappia navigare sui migliori siti di scommesse 2019, puntare sulla quota giusta e rendere l’anno in corso vincente, magari anche di più rispetto al 2018.