E’ fuga dalla scuola italiana, con un picco vertiginoso in Sicilia. Cresce la quota dei ragazzi che non completano la scuola dell’obbligo e la Sicilia è maglia nera in Europa. L’abbandono scolastico, purtroppo, in molti casi si traduce in un aumento del rischio di incappare in cattive compagnie, con i minori che finiscono con l’ingrossare le fila delle baby-gang. Molto utile, in questo senso, per le famiglie una consulenza legale con gli esperti di www.avvocatoaccanto.com, che possono offrire validi consigli e suggerimenti per quei genitori che si ritrovano a fare i conti con la triste realtà della delinquenza minorile.
La fascia critica è quella dei quindicenni
L’età più difficile per i giovani italiani è quella dei 15 anni. In Europa, infatti, l’Italia ha il più alto numero di studenti quindicenni con scarsi risultati in italiano, matematica e scienze. Ma non è solo questa la brutta notizia. In questa stessa fascia d’età, infatti, si registra anche il più alto tasso di abbandono scolastico. Tra tutte le regioni italiani, è l’isola siciliana a presentare al situazione più complessa e negativa. Qui, infatti, non solo i giovani ottengono i peggiori risultati scolastici ma scappano prima dei colleghi di altre regioni dai banchi. La conseguenza è palese, il riflesso negativo si abbatte sulla situazione lavorativa, abbassando drasticamente la possibilità di trovare un’occupazione qualificata.
I dati
A definire questo scenario sono dati provenienti da diversi studi. Si è partiti dal rapporto “Education and Training Monitor 2017” dell’Ue, da cui la Svimez è partita per incrociare ed elaborare i dati con quelli dell’Istat. Il vero problema è nella competenze di base, come spiega anche Gianni Bocchieri, docente a contratto dell’Università di Bergamo: “nel 2015 la percentuale di studenti quindicenni con risultati insufficienti in italiano, matematica e scienze è stato superiore al 20 per cento. L’abbandono scolastico continua a essere consistente, assestandosi nel 2016 al 13,8 per cento (3 punti in più rispetto alla media Ue del 10,7 per cento).
Il tasso di abbandono scolastico siciliano è il più alto tra le regioni italiane e gli studenti che frequentano il tempo pieno sono appena il 7 per cento, a fronte di una media nazionale del 35 per cento”. Anche il Rapporto Invalsi 2018 ha acceso una spia sulla situazione siciliana, in questa regione è più elevata l’incidenza di insoddisfacenti risultati dell’apprendimento. Una situazione che si ripercuote direttamente sul passaggio all’università, basti pensare che negli ultimi 5 anni il numero di iscrizioni è calato di circa l’8 per cento.
Focus Sicilia
A far peggio in Italia è Cagliari ma Catania, in termini di abbandono scolastico, è penultima in Italia. Cosa dicono i dati Svimez? Su una popolazione fra i 18 e i 24 anni di 91.263 soggetti, ben 23.675 con la terza media hanno lasciato la scuola anzitempo. Cosa fanno? Anche qui sono i dati a rendere l’idea: solo 708 hanno concluso corsi di formazione professionale, 22.968 non hanno completato nessun percorso e spesso se ne perdono le tracce. A Catania il tasso di abbandono è tra i più alti in Italia (ancora una volta penultima, subito prima di Caltanissetta) ed è pari a 25,2 per cento. Un dato di molto superiore alla media meridionale, che si ferma al 18,5 per cento. Tra le altre province siciliane non va certa meglio. Palermo, i giovani che lasciano tutto sono 21.130 su 103.443.
A Messina il tasso degli abbandoni è al 15,7 per cento, con 7.311 ragazzi che hanno lasciato la scuola e non hanno proseguito nessun percorso di formazione. Una carrellata sulle altre città dell’isola: Siracusa, 5.180 (16,9 per cento); Ragusa, 6.170 (23,88 per cento); Enna, 3.012 (22,9 per cento), Caltanissetta, 6.628 (27,1 per cento); Agrigento, 5.794 (16 per cento); Trapani, 7.263 (20,3 per cento).