3,15 miliardi di euro, nello specifico, andranno a coprire, per quel che riguarda le pensioni, l’adeguamento di quelle minime unitamente ad una parte delle risorse stanziate che andranno inoltre a coprire i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego e le risorse da destinare alle famiglie, probabilmente attraverso la concessione di un bonus a favore di quelle numerose
In occasione dell’audizione in Parlamento sul Documento di programmazione economica finanziaria (Def), il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ha fornito i numeri precisi sulle novità pensioni e, nel complesso, sugli interventi che saranno inseriti nella prossima manovra del Governo italiano, e che sono destinati alle politiche sociali. Nel dettaglio, in accordo con quanto è stato riportato dall’agenzia di stampa Ansa, citando la tabella che proprio il ministro Padoan ha consegnato durante l’audizione, l’ammontare complessivo degli interventi per le politiche sociali sarà pari a 3,15 miliardi di euro per l’anno prossimo a fronte di un effetto positivo sul Prodotto interno lordo (PIL) nazionale che sarà pari a +0,1%. I 3,15 miliardi di euro, nello specifico, andranno a coprire, per quel che riguarda le pensioni, l’adeguamento di quelle minime unitamente ad una parte delle risorse stanziate che andranno inoltre a coprire i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego e le risorse da destinare alle famiglie, probabilmente attraverso la concessione di un bonus a favore di quelle numerose.
Complessivamente la manovra economica del Governo dovrebbe valere tra i 24 ed i 25 miliardi di euro con un effetto sul Pil tale che nel 2017, in base alle stime dell’Esecutivo, è atteso in crescita +1%. Quel che è certo è che, attraverso la disattivazione delle clausole di salvaguardia, non ci sarà l’aumento dell’Iva così come in materia di pensioni l’unico intervento non riguarderà solo quelle minime visto che è atteso pure un intervento a favore degli esodati che altrimenti, a causa della Legge Fornero, non riuscirebbero ad andare in pensione.
Inoltre, in ballo sulle pensioni c’è pure l’APE, il cosiddetto prestito pensionistico che può permettere di andare in pensione di vecchiaia circa tre anni prima di maturare i requisiti. Sulla misura del prestito pensionistico, che va a coinvolgere le banche e le compagnie di assicurazione, non sono però mancate le critiche da parte di alcuni partiti di opposizione al Governo visto che per andare il pensione prima il cittadino sarà soggetto a penalità ed al pagamento di un prestito, con decurtazione direttamente sulla prestazione previdenziale mensile, la cui durata è pari a ben 20 anni.