«Penso e temo che andremo a finire prima dell’estate del 2017, anche perché è molto impegnativa dal punto di vista temporale la discussione. Mi auguro e spero che prima dell’estate 2017 possa esserci la sentenza di primo grado»
Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati, considerato dalla procura di Roma il deus ex machina di Mafia Capitale, è intervenuto su Radio Cusano Campus. Queste le parole di Naso: “Siamo arrivati ad un punto che non è che sia poi così favorevole ad una definizione rapida del processo. E’ vero che stiamo già sentendo i testimoni della difesa, ma sono tanti. Ne abbiamo sentito qualche centinaio, dobbiamo sentirne ancora qualche centinaio. Penso e temo che andremo a finire prima dell’estate del 2017, anche perché è molto impegnativa dal punto di vista temporale la discussione. Mi auguro e spero che prima dell’estate 2017 possa esserci la sentenza di primo grado”. Che a proposito di recenti articoli che attribuiscono a Carminati dichiarazioni intercettate nel carcere di Parma ha spiegato: “Ma va, sono meravigliato che l’Espresso si occupi di Massimo Carminati, soprattutto quel giornalista (riferimento a Lirio Abate). Ditemi ditemi. Che scrivono. Se fosse vero quello che dicono, Carminati avrebbe amici tra i giudici, amici tra gli avvocati, amici tra i servizi segreti. Insomma mi pare improbabile. Veramente questa storia sta diventando grottesca. Le citazioni che sono comparse sul giornale in questo momento come frutto di registrazioni sono una mistificazione. Da una parte si disegna Carminati come un personaggio di una scaltrezza luciferina, dall’altra parte lo si descrive come uno stupidotto che non immagina di poter essere intercettato o registrato al 41 bis. Queste chicche che vengono pubblicate ogni tanto guarda un po’ sempre dagli stessi giornalisti, sarebbe interessante intanto verificarne l’autenticità e noi lo abbiamo chiesto al tribunale, abbiamo chiesto di assumere quei documenti che avrebbe quel giornalista. Quel giornalista che io non posso nominare… Quel giornalista cui non voglio fare pubblicità. Vedete, poi, un conto è leggere uno stralcio di una conversazione, un conto è sentirla, perché il tono dà spessissimo un significato invece di un altro ad una frase, ad una espressione. Quegli scampoli di conversazione che sono state riportate nelle ordinanze di custodia cautelare, se voi le sentiste invece di leggerle, comprendereste che spesso il tono è paradossale, canzonatorio, autoironico, donchisciottesco. Insomma, il tono conta”.
“Comunque tra qualche mese Carminati parlerà, quando finiranno i testimoni della difesa si difenderà dalle accuse che gli vengono mosse. Carminati starebbe pensando di scrivere un libro? Ma per carità. Significa non conoscere Carminati dire una cosa del genere. Noi abbiamo chiesto di acquisire queste registrazioni ma vedrete che non le acquisiranno, perché non ci sono. Hanno messo Carminati vicino ad un mafioso? Carminati al 41 bis parla con tre persone, e al 41 bis non ci sono i ragionieri che hanno rubato i soldi del condominio… ci stanno mafiosi, terroristi e super trafficanti di droga. Se è vero che Carminati riceva centinaia di lettere da ammiratori e ammiratrici? Scusatemi se rido, ma fa fatica Carminati a ricevere le mie lettere, figuratevi un po’ se può ricevere le lettere degli ammiratori.Carminati incontra solo 3 persone, se fosse stato registrato qualche insulto nei confronti di qualche magistrato lo potrei anche accettare… Se io fossi detenuto nelle condizioni in cui è detenuto Carminati e per le cose per le quali è detenuto Carminati state tranquilli che anche io ad alta voce insulterei i miei giudici, perché mi sentirei in credito nei loro confronti. Ma Carminati è troppo furbo, troppo intelligente, per non sapere che la sua vita è monitorata. Ma come, Carminati riconosceva i carabinieri che lo pedinavano, ogni tanto li fermava e ci scherzava, e adesso è diventato così pollo che si fa intercettare come un bamboccio al 41 bis? Lui si difenderà in questo processo, come si sta già difendendo”.
Sulla deposizione di Cantone, che da molti è stata letta come un colpo alla tesi dell’accusa: “Cantone ha detto che occupandosi delle vicende relative al comune di Roma, da quando ha la carica di presidente dell’Anac, non si è mai imbattuto in vicende, fatti, circostanze e personaggi che facessero pensare a una realtà di stampo mafioso, perché se ciò fosse accaduto sarebbe stato suo dovere denunciarlo alla procura della Repubblica. Queste valutazioni di Cantone sono importantissime. Mi faccio una domanda: pensate un attimo se fosse venuto Cantone invece che a dire di non essersi mai imbattuto in vicende relative alla mafia, a dire che aveva sentito subito odor di mafia appena si è imbattuto nelle vicende capitoline. Sarebbe stato su tutti i giornali il giorno dopo. In questo momento la stampa fa disinformazione, se non addirittura deformazione e questo mi sembra piuttosto grave”.