Secondo il quotidiano Usa, Trump starebbe portando avanti «una campagna di insulti senza sostanza, con opinioni sbagliate nella diagnosi dei problemi e pericolose per le soluzioni proposte», nonché una politica di «denigrazione e divisione oltre che di disprezzo per la Costituzione»
Il quotidiano statunitense Washington Post, il giornale più diffuso e più antico di Washington nonché uno dei più autorevoli al mondo, si è scagliato contro il candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump. Secondo il W.Post «una presidenza Trump sarebbe un pericolo per la nazione e per il mondo». «Finora era un problema dei repubblicani, questa settimana è diventato una sfida che il paese deve affrontare e superare, Trump è assolutamente non qualificato per fare il presidente sia per esperienza che per carattere». Secondo il quotidiano Usa, Trump starebbe portando avanti «una campagna di insulti senza sostanza, con opinioni sbagliate nella diagnosi dei problemi e pericolose per le soluzioni proposte», nonché una politica di «denigrazione e divisione oltre che di disprezzo per la Costituzione». Nel suo discorso alla convention di Cleveland «ha cercato di infiammare le angosce del pubblico, per poterle meglio sfruttare». Il candidato repubblicano «prende vere sfide e le ridisegna in termini non solo esagerati ma apocalittici».
«Donald Trump: il candidato dell’apocalisse»
Il giornale sottolinea come le soluzioni da lui proposte, a partire dal muro anti-immigrati, siano «semplicistiche e destinate al fallimento. I toni del suo discorso, con le promesse di legge e ordine, riecheggiano i temi oscuri della campagna di Richard Nixon nel 1968. A differenza di una tradizione di candidati che si presentano con una visione positiva e di unione, ha usato il suo discorso per descrivere un’America senza legge, insicura e poco rispettata che ha bisogno di una leadership forte e inflessibile per mettere le cose a posto».