Recep Erdogan fa sul serio: minaccia di promulgare per altri tre mesi lo stato d’emergenza in Turchia a seguito del fallito golpe del 15 luglio. Intanto, sono aumentate le tensioni con gli Usa per l’estradizione di Gulen e con l’Ue per l’adesione di Ankara
Erdogan gonfia il petto e dimostra di non volersi fermare davanti a niente e nessuno: se sarà necessario, ha dichiarato, potrebbe venire esteso a tre mesi lo stato d’emergenza in Turchia, che segue il fallito colpo di Stato del 15 luglio. Tra gli effetti più immediati della misura, l’allungamento della durata massima del fermo di polizia senza dover ricorrere alla convalida del giudice: dai 2 giorni attuali passerà a 7 – 8. In più, sono stati annullati i passaporti di migliaia di cittadini turchi. Nel frattempo, stanno aumentando sempre più le tensioni fra Erdogan e gli Stati Uniti, da un lato, e l’Unione Europea dall’altro. Ankara sta insistendo sempre più affinché gli Usa estradino al più presto Fethullah Gulen, considerato la mente del golpe fallito, nella convinzione che gli States potrebbero concederla in tempi brevi se solo ne avessero la volontà. Ma il presidente americano Barack Obama frena: «Noi stiamo ancora attendendo le prove della Turchia riguardo al presunto coinvolgimento di Gulen. Comunque, la domanda di estradizione verrà trattata da Washington secondo la legge, perchè l’America è ancora uno Stato di diritto nel caso qualcuno se lo fosse dimenticato. Inoltre, bolliamo come falsa qualsiasi insinuazione su una complicità americana nel tentato golpe turco, che condanniamo apertamente».
Braccio di ferro con la Merkel
Ma la tensione è sempre più insopportabile anche nei rapporti con l’Ue e con la cancelliera tedesca Angela Merkel: il governo tedesco ha fatto sapere che, data la situazione, non ci potrebbero più essere altri capitoli nelle trattative con la Turchia per l’adesione di Ankara all’Europa unita. Ma stranamente non ha detto nulla sulla possibilità di troncare del tutto le trattative: non sarebbe una decisione tedesca, ha dichiarato il portavoce della Merkel Steffen Seibert. Inoltre, l’Ue continua a chiedere alla Turchia di preservare e rispettare le basi dello Stato di diritto, visto che in televisione sono comparse immagini di dissidenti palesemente picchiati e torturati.