Le parole del Pontefice attraverso un messaggio in cui esprime sentite condoglianze condannando «gli atti di barbarie come le offese contro Dio e l’umanità». Il Santo Padre nel raccomandare i morti alla misericordia di Dio, dà la certezza «delle sue preghiere per le famiglie in lutto e per i feriti»
Papa Francesco ha condannato l’atroce massacro Isis a Dacca (Bangladesh) alla Holey Artisan Bakery, che è costato la vita a venti persone tra cui nove italiani, di un totale di 11 presenti durante l’attacco terroristico. La condanna arriva attraverso un messaggio inviato dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che si dice «profondamente addolorato per l’insensata violenza perpetrata ai danni di vittime innocenti a Dacca, il Santo Padre Francesco esprime sentite condoglianze e condanna gli atti di barbarie come le offese contro Dio e l’umanità». Il Pontefice, nel raccomandare i morti alla misericordia di Dio, dà «la certezza delle sue preghiere per le famiglie in lutto e per i feriti».
Nella giornata di ieri il Santo Padre aveva inviato un video-messaggio all’incontro organizzato a Monaco di Baviera dalla rete ecumenica Insieme per l’Europa: «Se l’intera Europa vuol essere una famiglia di popoli, rimetta al centro la persona umana, sia un continente aperto e accogliente, continui a realizzare forme di cooperazione non solo economica ma anche sociale e culturale». «È ora di mettersi insieme, per affrontare con vero spirito europeo le problematiche del nostro tempo. Oltre ad alcuni muri visibili, si rafforzano anche quelli invisibili, che tendono a dividere questo continente. Muri che si innalzano nei cuori delle persone».
«Muri fatti di paura e di aggressività, di mancanza di comprensione per le persone di diversa origine o convinzione religiosa. Muri di egoismo politico ed economico, senza rispetto per la vita e la dignità di ogni persona. L’Europa si trova in un mondo complesso e fortemente in movimento, sempre più globalizzato e, perciò, sempre meno eurocentrico. Se riconosciamo queste problematiche epocali dobbiamo avere il coraggio di dire: abbiamo bisogno di un cambiamento!».