Approfittando dell’interesse generale per l’ultimo gioco della Nintendo, Pokémon Go, i bambini siriani in guerra hanno lanciato un appello a tutta la comunità internazionale: «Trovate noi anziché i Pokémon, e venite a salvarci»
Ormai da giorni non si fa altro che parlare del nuovo gioco della Nintendo, Pokémon Go, diventato una vera e propria mania del momento, tanto che la sua fama è arrivata anche in zone di guerra, come la Siria, dilaniata da anni dal conflitto civile tra le forze leali al regime di di Bashar al-Assad e i ribelli, conflitto che in soli 5 anni ha contato oltre 450mila morti. Le forze rivoluzionarie siriane hanno quindi pensato di sfruttare questo gioco per sensibilizzare l’Europa, chiedendo sui social di accogliere i bambini. «Trovateci e venite a salvarci», dicono i bambini per ricordare al mondo intero le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere in un Paese ormai dilaniato dalla guerra. E lo fanno tramite alcuni disegni dei simpatici animaletti della Nintendo, accompagnati da messaggi in arabo in cui chiedono appunto di essere salvati dalla guerra e accolti nei Paesi del Vecchio Continente. A diffondere queste immagini, proprio mentre in tutto il resto del mondo si assiste a bizzarre e assurde scene di persone intente a girovagare per le strade con gli occhi fissi sugli smartphone con la speranza di acciuffare quanti più Pokemon possibile, è stato l’organo di comunicazione delle forze rivoluzionarie siriane (The Revolutionary Forces of Syria Media Office), con l’unico obiettivo di sensibilizzare l’Europa e chiedere di accogliere questi giovani siriani, ormai sempre più disperati e affamati. «Invece dei Pokemon – è lo slogan – trovateci e venite a salvarci». «Sono di Kfarzita, venite a salvarmi!», si legge nei disegni dei bambini, oppure «Sono di Kfarnabbude, salvatemi». Si tratta di località della regione nord-occidentale di Idlib, esposta da mesi e quotidianamente ai bombardamenti aerei russi e governativi.
35mila bambini in pericolo
Intanto l’Unicef ha lanciato un nuovo allarme che riguarda la Siria: «Nelle ultime ore sono morti 20 bambini e 35mila sono in costante pericolo». Solo qualche giorno fa era stato diffuso un video in cui alcuni militanti di Harakat Nour al-Din al-Zenki, un gruppo salafita che combatte in Siria, decapitavano un bambino palestinese di soli 12 anni perché accusato di essere una spia.