Polemiche e indignazione nel mondo politico ed anche sul web per una battuta di Matteo Salvini durante un comizio della Lega Nord; il segretario del Carroccio ha in pratica paragonato il presidente della Camera Boldrini ad una bambola gonfiabile. Critiche da parte della Boldrini e di Marianna Madia
Era accaduto sabato sera nel corso di un comizio della Lega Nord a Soncino (Cremona): mentre Matteo Salvini parlava, sul palco è comparsa una bambola gonfiabile. Il segretario del Carroccio ha colto la palla al balzo ed ha pronunciato una battuta: «C’è una sosia della Boldrini, qui sul palco. Non so se sia già stata esibita». Poche parole, catturate da un video circolato sul web, che hanno scatenato le inevitabili polemiche: proprio la diretta interessata, il presidente della Camera, ha criticato Salvini con un post su Facebook. «Le donne non sono bambole e la lotta politica si fa con gli argomenti, se qualcuno ce li ha, non con le offese». Rapidissima è arrivata la controreplica di Salvini, sempre sul social: «Io non mi scuso, anzi è la Boldrini che dovrebbe chiedere scusa agli italiani. Ipocrita, buonista e razzista con gli italiani. Dimettiti!». Il segretario ha inoltre creato l’hashtag #sgonfialaboldrini.
Le reazioni
Le repliche immediate sono giunte dalla Boschi e dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia: «Una squallida esibizione di sessismo. Non è giustificabile in nessun modo: non offende solo la presidente Boldrini, a cui va tutta la mia solidarietà, ma tutte le donne e gli uomini di questo Paese» ha dichiarato il ministro delle Riforme. «Salvini ha meno cervello di una bambola gonfiabile. Solidarietà a Laura Boldrini» ha twittato la Madia. Il deputato Dem Emanuele Fiano ha invece dichiarato: «Le parole di Salvini, oltre a denunciare un’assenza di argomenti, ledono la dignità non solo della Boldrini, ma di tutte le istituzioni e di tutte le donne. La Lega ci ha abituati da sempre alle dichiarazioni volgari dei suoi esponenti, ma non si può sottovalutare la pericolosità dell’atto, perchè riduce le donne ad oggetti sessuali e legittima la violenza di genere».