Roma, Virginia Raggi indagata: la Procura ha chiesto l’archiviazione per falso ideologico

Si avvicina l’archiviazione per Virginia Raggi, indagata per falso ideologico dalla Procura di Roma: per i pm non ci sarebbe nessun dolo nell’aver omesso di indicare la sua consulenza con l’Asl di Civitavecchia nel 2014. Il sindaco della Capitale era stato interrogato venerdì e aveva chiarito ogni cosa

Roma, Virginia Raggi indagata: la Procura ha chiesto l'archiviazione per falso ideologico

Il fascicolo a nome di Virginia Raggi, indagata per falso ideologico, sta andando verso l’archiviazione; infatti, la Procura di Roma non ha ravvisato alcun dolo nell’aver omesso di indicare, all’interno dell’autocertificazione del Campidoglio, una consulenza presso l’Asl di Civitavecchia svolta nel 2014, per la quale percepì un compenso di 13mila euro. La decisione di archiviare è giunta dopo le analisi giuridiche svolte dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, coordinatore dei reati contro la Pubblica Amministrazione. Il tutto sarebbe nato a seguito di un equivoco combinato dalla stessa Raggi: all’epoca dei fatti consigliere comunale, l’attuale sindaco capitolino, in pratica, comprese male il prestampato del Comune che in nome della trasparenza chiedeva a tutti i componenti politici dell’amministrazione pubblica di indicare incarichi e compensi ricevuti. La Raggi, che all’epoca della compilazione non aveva ancora ottenuto il compenso per le consulenze, non segnalò l’incarico ritenendolo insignificante. Il pagamento giunse poi nel 2015, poco tempo dopo.

L’inchiesta
Alcuni hanno fatto presente che sul prestampato c’è invece l’indicazione specifica di indicare non solo i compensi ottenuti, ma anche quelli spettanti, mentre la Raggi sul suo cv non avrebbe inserito neppure la pratica legale svolta nello studio dell’avvocato Cesare Previti tra il 2003 e il 2006. Interrogata venerdì, la Raggi ha chiarito ogni cosa sostenendo che non si trattava di consulenze, ma di assistenza giudiziale in quanto doveva mettere in esecuzione una sentenza della Corte dei Conti a favore dell’Asl. Stando al suo racconto, nel 2012 avrebbe ricevuto l’incarico di recuperare del denaro per questa sentenza, che risarciva l’Asl vittima di una truffa. La fattura fu messa in acconto nel 2014 e poi liquidata nel 2015 ed è proprio per questo che è stata inserita nell’autocertificazione del 2015 e non in quella dell’anno prima. La richiesta di archiviazione sarà inoltrata entro la prossima settimana.

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