L’assessore all’Ambiente della Capitale: «Rifiuti? La città è in emergenza, ma vedo già la luce fuori dal tunnel. Chiediamo collaborazione ai cittadini». «Prima di chiudere Ama bisogna salvare il salvabile. E’ un’azienda pubblica»
Paola Muraro, assessore alla sostenibilità ambientale del Comune di Roma della giunta Raggi, è intervenuta in merito alla situazione rifiuti capitolina. La Muraro è stata per anni consulente Ama: «Mi sono sempre posta il problema di riuscire a cambiare l’Ama come consulente», ha detto ai microfoni di Radio Cusano Campus. «Quando l’Ama avanzava delle istanze a livello regionale per modifiche impiantistiche che andavano autorizzate io gli davo supporto. Negli ultimi anni però non era più possibile lavorare. Quando il consulente non viene ascoltato non si può più andare avanti. Il consulente ha senso quando può incidere e invece io non potevo perché non avevo responsabilità su questo. Per il carattere che ho, le mie battaglie le ho fatte, ma se poi i vertici non ascoltano, non posso far altro che concludere il mio mandato. Infatti io a gennaio non ho rinnovato l’incarico».
«L’impiantistica è la criticità maggiore. Da quando è stata chiusa Malagrotta non si è lavorato sull’impiantistica di riferimento. Hanno progettato un eco distretto, ma dobbiamo verificare come lo hanno progettato. Siamo in un sistema fragilissimo. Poi c’è l’inefficienza dal punto di vista gestionale. Chiediamo ai cittadini massima comprensione e collaborazione dal punto di vista della raccolta porta a porta, stiamo cercando di efficientare il servizio dato che non si è fatto negli anni passati».
«Prima di chiudere Ama bisogna salvare il salvabile. E’ un’azienda pubblica, quindi io non sono dell’opinione di buttare il bambino con l’acqua sporca. Ci sono professionalità in Ama che vanno assolutamente valorizzate. Occorre una riorganizzazione interna, che noi faremo nei prossimi giorni».
«Il mio lavoro non sarà solo sui rifiuti. Cercheremo di condurre questa città ad un importante disegno di equilibrio tra la salvaguardia dell’ambiente e le attività economiche, in una cornice di economia circolare. Il problema dei rifiuti è uno, ma ce ne sono tanti altri, come i parchi, una marea di problemi che sono rimasti al palo, ma di cui nessuno in questo periodo si è fatto carico. In mezzo a questa emergenza dobbiamo anche vedere l’orizzonte, intravedo già la luce fuori dal tunnel».