Il premier, durante l’ultima riunione Pd, ha esposto la sua opinione sui recenti fatti di cronaca. Le elezioni Usa: «Trump gioca sulla paura del futuro». Turchia: «Mettere in carcere i professori è incarcerare il futuro». Terrorismo: «Vogliono spaventarci e farci vivere nella paura»
«O si prova a dare una direzione e una visione all’Europa o siamo considerati dai cittadini persone che vivono su Marte». È così che il premier Matteo Renzi ha aperto l’assemblea del Pd della giornata del 22 luglio, elencando i 4 più importanti eventi d’attualità dell’ultimo mese: la Brexit, spiega, è stato «uno choc»; le elezioni Usa, che «ambiscono ad essere le più inedite degli ultimi anni»; il golpe in Turchia dove «quello che sta succedendo in questi giorni ci preoccupa altrettanto come i carri armati», e gli attentanti a Nizza e a Monaco. Sul punto Brexit, il presidente del Consiglio ha spiegato: «L’Ue deve considerare la Brexit come una gigantesca sveglia, è inutile prendere questo dibattito ed allungarlo su procedure sull’art.50 o altre forme di natura burocratica. C’è un fatto politico e noi non consentiremo all’Ue di essere ostaggio della politica inglese come è stato. E dico ai parlamentari italiani di far sentire alta la voce perché non è possibile continuare con la melina». Per ciò che concerne il recente accadimento in Turchia, Il premier ha spiegato: «Noi diciamo con forza al governo turco, proprio per la storia dell’Italia che ha visto sia Prodi sia Berlusconi in un rapporto stretto con la Turchia, che mettere in carcere professori e giornalisti non equivale a in carcere persone ma il suo futuro. Non c’è alcun accordo sui migranti che possa giocarsi sulla pelle dei diritti umani».
Elezioni americane
Sulla questione “Elezioni Usa”, Renzi ha esposto il suo punto di vista: «La similitudine più forte per Trump è con Ronald Reagan, ma i messaggi erano antitetici: Reagan faceva leva sull’opportunità e la speranza, Trump nega l’american dream e gioca tutto sulla paura: fa leva sul clima che una parte del mondo sta vivendo ed è l’esatto opposto di ciò che gli Usa ci ha insegnato negli ultimi otto anni», precisando come il successo di Trump è legato «alla paura del futuro» e «Trump sta giocando su un’America cupa promettendole di tornare grande ma raccontando un paese Usa con toni mai visti». Il premier continua: «Noi rispetteremo il voto libero e democratico della più grande democrazia universale e collaboreremo con chiunque ma in questa sede noi possiamo dire oggi qui che ciò che sta avvenendo negli Usa è il simbolo di quello che probabilmente avverrà nei prossimi anni in tutti il mondo: la politica americana ha sempre fatto vedere prima ciò che accadrà 5 o 10 anni dopo nel mondo». La vittoria di Trump stamperebbe, come spiega ancora il presidente del Consiglio, la «prevalenza della rabbia sulla speranza e la nostra risposta non può essere morale o moralista, se c’è una cosa peggiore di strumentalizzare la paura è sottovalutarla. Dobbiamo avere il coraggio di trovare una terza via tra chi vorrebbe evitare di parlare di paura e chi vuol giocare tutte le sue carte su quello. E’ la paura del futuro, e la paura va sconfitta con visione basata su idee, coraggio, e sulla politica».
Terrorismo: «Italia, pronta a fare la sua parte»
Tuttavia, il premier, prende molto a cuore la questione “Europa”. Difatti ha spiegato: «Nelle prossime settimane l’Europa deve riflettere su cosa deve fare da grande, ma o il Pd ha la consapevolezza che da qui al marzo del 2017 noi siamo in grado di costruire un alternativa al modello europeo, oppure avrà perso l’Europa, non il socialismo europeo o il Pd. E’ cruciale raccontare che l’Europa non è la causa di tutti i mali come è stata percepito in Gran Bretagna b o in alcuni luoghi dove i nostri avversari giocano la carta del populismo ma alla prova dei fatti dimostrano propria inconsistenza. Noi non comprendiamo le dinamiche di alcune politiche europee, frutti di errori del passato quando abbiamo consentito alla tecnocrazia di decidere tutto sulle banche, sulla finanza e sul credito. Abbiamo avuto paura di giocare il nostro ruolo, questa paura ci è passata, noi andiamo in Ue a giocare nostro ruolo perché serve a Ue». E sul discorso “terrorismo”, il presidente del Consiglio ha chiosato: «Noi stiamo affrontando una fase nella quale il disegno di chi ci vuole nel terrore e nel panico è molto serio e articolato. Loro vogliono che viviamo nel panico perché sanno che l’obiettivo numero uno è distruggerci e quello numero due farci vivere in una condizione di paura».
Tuttavia «difendere la nostra vita non significa solo difendere il fatto che respiriamo. Vuol dire difendere ideali, valori, un modello culturale e educativo: se loro odiano lo sport o la musica, noi li amiamo di più», prosegue. Inoltre Renzi ribadisce come l’Italia sia «pronta a fare la sua parte» sulla sicurezza europea, ma tornando a sottolineare la proposta italiana di investire per ogni euro in sicurezza un euro in cultura: «Nel 2016 discutere di Europa non significa cercare di eliminare il dibattito interno nel Pd ma segnare la possibilità di essere seri e credibili con noi stessi, perché l’Ue è a un punto di snodo adesso. Non mancheranno le discussioni, non andiamo di nascosto a inseguire lobbisti o, sempre di nascosto, a incontrare esponenti del mondo che abbiamo appena contestato». Poi il Premier ha concluso: «L’agenda dei prossimi mesi vede una straordinaria opportunità per l’Italia: nel 2014 lo era sulle riforme, nel 2015 sulla manovra fiscale, adesso vi dico che la nostra occasione è quella dell’Europa. Lo dice il calendario e l’iniziativa politica che il governo ha preso e che può prendere solo in virtù della forza del Pd alle europee del 2014».
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