«L’errore più grosso è l’assenza di umiltà che fa impressione. Perché non puoi dirigere il traffico senza vedere cosa ci ha portato fin qua». E’ quanto dichiarato dall’ex segretario Dem sul premier Matteo Renzi. Un attacco che non può certo passare inosservato durante la Direzione del Pd
L’ex segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, a qualche ora dalla Direzione Dem, durante la presentazione di un libro è intervenuto per analizzare il risultato delle amministrative attaccando pesantemente il presidente del Consiglio Matteo Renzi e la sua veste di doppio ruolo: «L’errore più grosso – ha spiegato Bersani – è l’assenza di umiltà che fa impressione. Perché non puoi dirigere il traffico senza vedere cosa ci ha portato fin qua». «Qui nessuno va a vedere i risultati dei piccoli Comuni. Un risultato che fa impressione. Quando è nato l’Ulivo già da tempo il farmacista e il prete si parlavano nei Comuni. Ora, invece, non ci sono più partiti, c’è solo del civismo orientato a destra. E chi sottovaluta le potenzialità della destra in questo momento non vede la mucca nel corridoio». «Nei momenti in cui la partecipazione elettorale è stata più alta la politica consegnava la merce. Rispondeva alle esigenze dei cittadini. Ora si dice crescita, crescita, crescita. Ma la politica non è solo crescita. È crescita con riduzione della forbice sociale».
Cambiare l’Italicum?
Riguardo la legge elettorale: «Meccanismi elettorali ipermaggioritari e con nomine degli eletti non vanno bene. È come caricare la molla. Dico ai miei: non pensino che se cambiano la legge fanno un piacere a me. C’è un problema sistemico che richiama l’esigenza di avere maggiore partecipazione». «Non ci sono i numeri in Parlamento per cambiare l’Italicum? Ma come? Sull’Italicum abbiamo messo la fiducia. Suvvia». «La politica deve essere un esercizio collettivo, io non pretendo che ci siano ancora le sezioni ma il territorio non può essere solo il luogo dove vai solo a fare pedagogia. A far vedere quanto sei bravo. Una strada, insomma, c’è, ma deve passare per un esercizio collettivo. Il leader deve sapere interpretare questo. Deve farlo con un’organizzazione anche leggera, ma deve farlo, perché se no si va a sbattere».
Doppio ruolo premier-segretario
«Io non penso che sia la soluzione di tutti i problemi. È una premessa. Mi ha colpito che Renzi abbia detto che è un dibattito lunare. Fu lui col mio consenso quando si propose a fare il candidato premier, a dire che le due cariche potevano essere separate. Se avesse vinto avremmo avuto un candidato premier non segretario. Non mi sembra così lunare. Glielo si può fare notare, per favore?».
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