E’ la prima volta in Italia: la corte di Cassazione ha dato il via libera con una sentenza alla celebrazione di un matrimonio via Skype. Il tutto nasce da un rifiuto dell’ufficiale di stato civile a registrare le nozze tra un’italiana e uno straniero, avvenute sul social, perchè ritenute non valide
Da oggi è possibile sposarsi su Skype anche in Italia: lo ha deciso la Corte di Cassazione, prima sezione civile, con una sentenza che ha rigettato il ricorso del Viminale. La vicenda è accaduta nel comune di San Giovanni in Persiceto (Bologna): l’ufficiale di stato civile del Comune si era opposto a trascrivere l’atto di matrimonio tra una donna del posto e un cittadino pakistano, in quanto le modalità della celebrazione, avvenuta appunto sul noto social, erano ritenute contrarie all’ordine pubblico e derogabili solo in casi ritenuti davvero eccezionali perchè “la contestuale presenza degli sposi dinanzi a colui che officia il matrimonio serve anche ad assicurare la loro piena libertà di esprimere la volontà di sposarsi”. Il caso aveva creato un contraddittorio tra il ministero dell’Interno e il comune.
Le motivazioni
Nel contraddittorio, il tribunale di Bologna e la Corte d’Appello consideravano il matrimonio valido sia secondo l’ordinamento pakistano che secondo la legge italiana perchè in ogni caso, anche se su Skype, era stata garantita la piena presenza di entrambi gli sposi e dei testimoni, indipendentemente dall’eccezionalità del caso. Quindi, il rifiuto a trascrivere il matrimonio era totalmente illegittimo non essendoci stata alcuna violazione del diritto internazionale; adesso, anche la Suprema Corte ha definito infondata la richiesta del ministero dell’Interno. Secondo il tribunale bolognese, il matrimonio è valido per il nostro ordinamento per quanto riguarda la forma, la legge nazionale di almeno uno dei due nubendi e la legge dello Stato di comune residenza in quel momento. Insomma, il matrimonio è valido perchè le leggi del Pakistan non trasgrediscono alcun principio dell’ordine pubblico e rappresentano il consenso pieno degli sposi in modo idoneo.