«Volevo liberare il mondo dai disabili». È la delirante confessione dell’autore della strage al centro disabili di Sagamihara, in Giappone: 19 morti, almeno 25 feriti. Si tratta di uno degli attacchi più gravi della storia, condotti da una sola persona, dalla fine della seconda guerra mondiale. Il killer, un 26enne ex dipendente della struttura, ha confessato il massacro
Una nuova strage, stavolta in Giappone, si è consumata nella notte tra lunedì 25 e martedì 26 luglio in un centro per disabili a Sagamihara, 40 chilometri a sudovest di Tokyo: uccise 19 persone, oltre 25 i feriti. L’autore del massacro è Satoshi Uematsu, 26enne ex dipendente della struttura che era stato licenziato da qualche mese. «Volevo liberare il mondo dai disabili». È stata questa la farneticante confessione del killer dopo essersi consegnato alla polizia. Secondo la ricostruzione dei fatti pare che il giovane si sia introdotto nel centro, che offre attività ricreative e di riabilitazione a persone con handicap, alle 2,30 del mattino ora locale, armato di coltello, e di martello, utilizzato per rompere una finestra. A quel punto ha iniziato ad aggredire e uccidere gli ospiti della struttura, «colpendo in modo indiscriminato». La polizia ha riferito come, secondo il personale del centro, il Tsukui Yamayuri Garden, il 26enne si sia scagliato in particolar modo contro chi non era in grado di difendersi. 19 le persone rimaste uccise nella strage, di cui 10 femmine e 9 maschi, tra i 19 e i 70 anni. Sarebbero almeno 25 invece i feriti, trasportati in sei ospedali nella zona occidentale di Tokyo: almeno 4 di loro sarebbero in gravissime condizioni. Satoshi, dopo una breve fuga, è stato braccato dalle forze dell’ordine, intervenute con almeno 29 squadre di emergenza, e si è consegnato a una stazione della polizia poco distante dal luogo del massacro confessando tutto: adesso si trova in carcere con l’accusa di essere l’autore della strage.
Da chiarire dinamica e motivazioni
Ancora da chiarire l’esatta dinamica e le motivazioni che hanno portato il giovane giapponese a compiere la strage. Per il numero delle vittime si parla già di uno degli attacchi più gravi della storia, condotti da una sola persona, dalla fine della seconda guerra mondiale. L’assassino, sotto interrogatorio, ha ribadito più volte di aver agito per «liberare il mondo dai disabili». Questo non è il primo caso del genere in Giappone, nonostante le leggi sul possesso di armi siano molto severe: nel marzo del 2015, ad esempio, 5 persone furono pugnalate a morte su un’isola; mentre nel maggio scorso una popstar, Mayu Tomita, è stata ridotta in fin di vita da una fan che l’aveva accoltellata per aver rifiutato il suo regalo.