Manuel Valls: «Grosso errore rimettere in libertà uno dei due attentatori di Rouen. Quanto accaduto dovrebbe portare i giudici ad avere un approccio diverso, a valutare caso per caso, data la grande capacità di dissimulazione dei jihadisti». Appello per i musulmani in chiesa, l’Avvenire: «Sarebbe una grande cosa»
«La decisione di rimettere in libertà, anche se con il braccialetto elettronico Adel Kermiche (uno dei due jihadisti che hanno assassinato padre Jacques Hamel a Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen) è stata un fallimento. Dobbiamo ammetterlo». A parlare è il primo ministro francese, Manuel Valls, intervistato dal quotidiano Le Monde. «Quanto accaduto dovrebbe portare i giudici ad avere un approccio diverso, a valutare caso per caso, data la grande capacità di dissimulazione dei jihadisti», ha detto il premier sottolineando, tuttavia, di non voler cadere «nel facile errore di scaricare sui giudici l’intera responsabilità». L’ammissione del fallimento arriva dopo le accuse dei giorni scorsi, a seguito dell’identificazione di uno dei due attentatori, Adel Kermiche, che in precedenza sarebbe stato segnalato con la “S”, lettera con la quale vengono identificati gli aspiranti jihadisti. L’attentatore 19enne era detenuto in attesa di processo, poi scarcerato e messo agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il giovane ha compiuto l’atto proprio in quelle ore quotidiane che gli era permesso uscire di casa, insieme al complice Abdel Malik Petitjean, segnalato invece con la “Fiche S”, lettera che identifica i potenziali terroristi pronti ad entrare in azione, che è riuscito a superare i controlli della polizia antiterrorismo, tanto che il governo e le autorità transalpine sono nuovamente sotto accusa per la totale inefficienza nella lotta al terrorismo. Il primo ministro Valls, nell’intervista a Le Monde, si è detto anche pronto a porre un divieto temporaneo, per un periodo da stabilire, ai finanziamenti stranieri per la costruzione o il sostentamento delle moschee, auspicando inoltre la possibilità di «instaurare un nuovo rapporto con l’islam» e che «gli imam vengano addestrati in Francia e non altrove».
Appello per musulmani: domenica a messa per esprimere solidarietà e compassione
E intanto, in risposta all’iniziativa lanciata dal Consiglio francese per il culto musulmano, nella quale viene chiesto ai fedeli di recarsi questa domenica a messa, per esprimere solidarietà e compassione per quanto accaduto nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, arriva la reazione del quotidiano dei vescovi Avvenire, e nello specifico, nel commento firmato da Marina Corradi, si può leggere: «Sarebbe una cosa grande se anche solo uno su dieci dei cinque milioni di islamici che vivono in Francia rispondesse all’appello e domenica si recasse in una chiesa, nell’ora della messa, in segno di solidarietà dopo Rouen, sarebbe davvero una cosa grande. Tanto grande che, abituati come siamo al cinismo e al pessimismo, quasi fatichiamo a crederci. Davvero gli islamici di Francia sapranno seguire l’invito e si spingeranno nelle chiese, in segno di solidarietà e compassione per il vile omicidio di un sacerdote? Domenica vedremo».