Colpo di scena per l’omicidio dell’insegnante Gloria Rosboch: nei boschi del Canavese è stata ritrovata sepolta la pistola appartenuta a Gabriele Defilippi, in carcere assieme all’amante Roberto Obert per il delitto. L’arma potrebbe fare luce su un altro assassinio, quello di Pierpaolo Pomatto
E’ stata infine trovata, nelle campagne del Canavese, la famigerata pistola appartenuta a Gabriele Defilippi, il 23enne in carcere assieme all’amante Roberto Obert per l’omicidio dell’insegnante di Castellamonte (Torino) Gloria Rosboch, uccisa lo scorso gennaio: è stato lo stesso Obert, che materialmente nascose la pistola, a portare i carabinieri nel luogo del ritrovamento. L’uomo era accompagnato dal suo legale. L’arma è stata rinvenuta precisamente nei boschi tra Rocca Canavese e Barbania, provincia di Torino; le ricerche sono state svolte con l’ausilio del metal detector. La pistola era uno dei tanti misteriosi tasselli del caso Rosboch: l’insegnante, che fu uccisa perchè era stata truffata da Defilippi e lo aveva denunciato, aveva raccontato ai genitori di aver visto il giovane maneggiare una pistola “sicuramente vera”. Obert aveva confessato di averla nascosta nei boschi attorno a Castellamonte, ma le ricerche dei mesi scorsi non avevano dato alcun esito positivo.
L’altro delitto
Il 20 luglio mattina, finalmente, la pistola è stata rinvenuta non lontano dal luogo in cui il complice-amante di Defilippi aveva detto di averla sotterrata. A ogni modo, la pistola è importante per un altro motivo, dato che la Rosboch fu strangolata in macchina con un corda per stendere il bucato: l’arma potrebbe essere utile agli inquirenti per far luce su un altro omicidio, avvenuto poco tempo prima di quello della professoressa di francese, quello del pregiudicato Pier Paolo Pomatto. Da tempo, gli investigatori sospettano di Defilippi e del complice, e le loro supposizioni non sarebbero neppure campate per aria; Pomatto potrebbe essere stato ucciso proprio con quella pistola e, inoltre, il legame inquietante tra i due omicidi risiede nelle banconote fac-simili che furono ritrovate accanto al corpo del pregiudicato, maledettamente simili a quelle che Obert disse di aver bruciato dopo l’omicidio della Rosboch dietro ordine di Defilippi. Tra l’altro, l’esistenza della pistola era stata confermata non solo da Obert e dalla madre dell’insegnante, ma anche dal fratellino minore di Gabriele.
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