«Tutti mi scambiano per Virginia Raggi, mi dicono faccia qualcosa contro le buche, faccia qualcosa per migliorare il servizio di trasporto pubblico», «ormai è un incubo». Queste le parole di una maestra romana che dice di essere la sosia del neo sindaco della Capitale
Si chiama Annalisa, è di Roma e fa la maestra. Segni particolare? Sosia del neo sindaco della Capitale Virginia Raggi (M5S). Ha segnalato a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano che a Roma ormai non vive più: «Tutti – racconta Annalisa – mi scambiano per Virginia Raggi, sono stata costretta a cambiare la foto profilo su Facebook». «Questa cosa la vivo quotidianamente, ormai è un incubo. Il primo che mi ha scambiato per Virginia Raggi l’ho incontrato in un centro commerciale. Ha iniziato a dire ma è lei, ma è il sindaco. Poi un’altra volta in un bar di Ponte di Nona, perché faccio l’insegnante in zona, il barman mi fissava. Alle mie spalle c’era un televisore enorme con l’immagine della Raggi. Guardava me e guardava lei, a un certo punto ha detto: signor sindaco io non so se è lei, ma qui non ce la facciamo più, faccia qualcosa contro le buche, sono stato costretto a cambiare le gomme della macchina già quattro volte». «Non pensate sia una fortuna. Quando dico che in realtà non sono Virginia Raggi restano perplessi, pensano che li stia prendendo in giro».
Chi incontra Annalisa la scambia per Virginia Raggi
«Un’altra volta ero sulla metro C – continua a raccontare Annalisa – e un signore ha iniziato a dirmi che bisognava fare qualcosa per migliorare il servizio di trasporto pubblico e che la metro dovrebbe essere più puntuale. Un altro mi ha detto che dovrò fare arrivare la metro fino a San Giovanni. Un altro ancora mi ha fatto i complimenti e mi ha detto che non gli interessa che il sindaco stavolta sia donna. A questo punto mi aspetto a breve che qualcuno arrivi a raccomandarmi un parente, un figlio o una persona cara. Ieri sera ero alla festa della musica a Piazza Farnese e c’erano tutti i vigilanti che controllavano le borse all’entrata. Hanno controllato tutti, quando è stato il mio turno il vigile mi ha detto prego prego, vada vada, con atteggiamento di reverenza. Stamattina uno mentre camminava in bicicletta mi ha gridato “forza sindaco”. Insomma, una situazione paradossale».