Il Pontefice dopo aver assistito alla divina liturgia della Chiesa apostolica armena ha detto: «Tendiamo l’orecchio alle giovani generazioni, che implorano un futuro libero dalle divisioni del passato. Da questo luogo santo si diffonda nuovamente una luce radiosa»
Papa Francesco in Armenia ha partecipato alla divina liturgia della Chiesa apostolica armena celebrata all’aperto dal Catholicos Karekin II, sull’altare esterno della Santa Etchmiadzin (Vaticano armeno). Karekin II durante la sua omelia ha parlato della situazione attuale: «La fede è messa alla prova dall’estremismo e altri tipi di ideologie; xenofobia, dipendenze, passioni e profitti egocentrici. I processi di laicizzazione si stanno intensificando, i valori spirituali ed etici vengono distorti, e la struttura della famiglia, stabilita da Dio, è scossa. La radice del male nella vita moderna è nel tentativo di costruire un mondo senza Dio, di interpretare le leggi e i comandamenti di Dio. Un tentativo che fa aumentare i problemi economici, politici, sociali, ambientali, che giorno dopo giorno minacciano il naturale modo di vivere. Tuttavia, il mondo non cessa di essere il centro dell’amore e della cura di Dio».
«In questi giorni insieme al nostro fratello Papa Francesco abbiamo riconfermato che la Santa Chiesa di Cristo è una nel diffondere il Vangelo di Cristo nel mondo, nel prendersi cura del creato, di fronte ai problemi comuni, e nella missione vitale della salvezza dell’uomo. La missione inseparabile della Chiesa di Cristo è il rafforzamento della solidarietà tra le nazioni e i popoli». «Noi e la nostra gente pregheremo sempre per lei, amato fratello, e per i suoi sforzi verso la pace e la prosperità dell’umanità e verso il progresso della Chiesa di Cristo». «Chiedo la protezione e il sostegno dell santa mano destra di Dio per coloro che soffrono per guerre e il terrorismo, come pure coloro che hanno fame, vivono in povertà e in altri tipi di afflizioni», ha detto infine il Catholicos.
Il saluto di Papa Francesco
Il Santo Padre in riferimento all’esperienza vissuta in Armenia: con Karekin II «ci siamo incontrati, ci siamo abbracciati fraternamente, abbiamo pregato insieme, abbiamo condiviso i doni, le speranze e le preoccupazioni della Chiesa di Cristo, di cui avvertiamo all’unisono i battiti del cuore, e che crediamo e sentiamo una». «È proprio nel segno dei santi apostoli che ci siamo incontrati. I santi Bartolomeo e Taddeo che proclamarono per la prima volta il Vangelo in queste terre, e i santi Pietro e Paolo, che diedero la vita per il Signore a Roma, mentre regnano con Cristo in cielo, certamente si rallegrano nel vedere il nostro affetto e la nostra aspirazione concreta alla piena comunione».
«Lo Spirito Santo – ha detto ancora il Papa – faccia dei credenti un cuore solo e un’anima sola: venga a rifondarci nell’unità». «La Chiesa armena cammini in pace e la comunione tra noi sia piena. In tutti sorga un forte anelito all’unità, a un’unità che non deve essere né sottomissione l’uno dell’altro, né assorbimento, ma piuttosto accoglienza di tutti i doni che Dio ha dato a ciascuno per manifestare al mondo intero il grande mistero della salvezza». «Accogliamo il richiamo dei santi ascoltiamo la voce degli umili e dei poveri, delle tante vittime dell’odio, che hanno sofferto e sacrificato la vita per la fede; tendiamo l’orecchio alle giovani generazioni, che implorano un futuro libero dalle divisioni del passato. Da questo luogo santo si diffonda nuovamente una luce radiosa; a quella della fede, che da san Gregorio, vostro padre secondo il Vangelo, ha illuminato queste terre, si unisca la luce dell’amore che perdona e riconcilia».