Il vicepresidente della Camera ha voluto precisare che il Movimento 5 Stelle non ha mai portato avanti battaglie per uscire dall’Ue: «Basta verificare i programmi del Movimento noi non abbiamo mai messo in discussione la permanenza italiana nell’Unione Europea, abbiamo sempre portato avanti il referendum sull’euro»
Luigi Di Maio, membro del direttorio del Movimento 5 Stelle e vicepresidente della Camera, ospite di Lucia Annunziata a “In 1/2 ora” su Rai 3, dopo il Brexit che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ha tenuto a precisare che il M5S non ha mai portato avanti battaglie per uscire dall’Europa. «Basta verificare i programmi del Movimento – spiega Di Maio – noi non abbiamo mai messo in discussione la permanenza italiana nell’Unione Europea, abbiamo sempre portato avanti il referendum sull’euro. Non vedo un cambiamento, abbiamo eletto 17 europarlamentari perché crediamo che si possa mettere mano alle follie che ci sono». «Il nostro gruppo cerca di fare pressioni sul governo italiano a dimostrazione che crediamo ancora nel progetto politico dell’Europa». «Questo è un momento in cui l’Ue ha avuto lo scossone che si meritava. O lo coglie o non saranno i referendum a dissolvere l’Ue ma si dissolverà da sola. Per fortuna siamo ad un momento prima». Riguardo all’uscita del Regno Unito dall’Ue «io non ho né festeggiato, né sono terrorizzato, penso agli effetti che questo referendum potrà avere sul mio paese, l’Italia. Ed è tutto da vedere». «Di fronte a una consultazione democratica in cui il 72%, 16 milioni di cittadini, votano per restare e 17 votano contro, in ogni caso è la vittoria della democrazia. E dovremmo abituarci in futuro su consultazione sui singoli temi perché i cittadini sono insoddisfatti di rappresentanti politici che scompaiono il giorno dopo che hanno votato».
«So che la Grane Bretagna non è l’Italia. La Gran Bretagna esce pur non avendo l’euro, il fiscal compact e il trattato di Schengen. Hanno un problema sull’immigrazione comunitaria più che sull’extra-comunitario. Quando li ho incontrati potevano l’accento sui cittadini dell’Ue: polacchi, ungheresi, romeni. Penso che non si possano paragonare la loro situazione rispetto a quelle dell’Italia». «Nel mio viaggio in Gran Bretagna ciò che ho avuto modo di capire è che in quel momento tutti sapessero che si stava per abbattere uno tsunami politico. E ho capito che anche in Francia si attendono uno tsunami che si chiama Le Pen, in Germania si chiama Alternative fuer Deutschland. Dovreste essere rincuorati da noi».
Il premier e l’Ue
«Renzi dice tante cose ma poi non le fa. Ha presieduto il semestre europeo e non è stato in grado di incidere sul cambiamento. Quando un premier dimette il precedente con un tweet in cui dice stai sereno e ha una maggioranza in provetta ai tavoli europei non ha credibilità, noi speriamo dopo questa bufera ci sia una presa di consapevolezza da parte dei membri del Consiglio europeo».
Referendum e Italicum
«Le confermo che il referendum di ottobre non sarà per noi un voto contro o a favore di Matteo Renzi. Vogliamo spiegare agli italiani cosa c’è scritto nella legge: un Senato che non si abolisce, non si diminuiscono i costi della politica. Ne discuteremo nelle piazze. E il giorno dopo il referendum, quando mi auguro vinca il no, spero che una volta nella sua vita Renzi rispetti la parola e si dimetta. Lui ha personalizzato il referendum. Noi non lo chiederemo». Parlando dell’Italicum: «Noi abbiamo una posizione netta che è contraria, abbiamo un modello alternativo. Quindi dovremmo essere apprezzati anche se ci fosse una legge che possa favorirci noi non la sosterremo».
Roma e caso Asl Civitavecchia
«Superficialità da parte del neo sindaco Virginia Raggi? Penso proprio di no, come lei ha già chiarito, il fascicolo aperto è un atto dovuto ad una richiesta del Pd con i soliti mezzi. Spero che ci sia sul Comune di Roma, come su tutti i Comuni da noi amministrati, la massima attenzione dei magistrati e della Procura perché non abbiamo nulla da nascondere».