Il vice presidente Commissione Affari Costituzionali ha tenuto a sottolineare che il leader della Lega Nord «non c’entra nulla con noi, inizi a fare pulizia in Lega. Noi non diremmo mai ai nostri elettori cosa votare al ballottaggio. Lunedì elettorale? Governo usa lo strumento del voto sempre a proprio vantaggio»
Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle, nonché vice presidente Commissione Affari Costituzionali, ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, su Radio Cusano Campus, ha sottolineato che le parole di Matteo Salvini in merito alle prossime amministrative a Roma dove in caso di ballottaggio Raggi-Giachetti, voterebbe la candidata 5 Stelle, «mi fanno capire quanto siamo distanti dalla Lega e quanto Salvini faccia politica da quando è nato e non c’entra nulla con noi». «Noi – ha detto Toninelli – non pensiamo minimamente di dire ai nostri elettori cosa votare in caso di ballottaggio, se noi non ci arrivassimo. Sono dotati di materia grigia e quindi scelgono liberamente chi votare senza che qualcuno li indirizzi. E’ impensabile per noi. Noi convergiamo sui programmi, non sulle persone. In questo caso poi parliamo della Meloni che ha votato la legge Fornero e adesso Salvini la sponsorizza. Se la Lega vuole essere credibile dovrebbe cambiare presidente, Bossi, che è condannato, dovrebbe cambiare Maroni indagato e i suoi collaboratori sotto indagine. La Lega dovrebbe iniziare a portare qualche fatto e non solamente a chiacchierare in tv. Salvini è andato al salone del libro per sponsorizzare il proprio libro. E’ il più presenzialista in tv, il più assenteista al parlamento europeo e scrive libri per racimolare quattrini».
Riguardo la questione morale
«Nogarin e Pizzarotti sono due questioni diverse: Nogarin annuncia, prima ancora di riceverlo, che gli arriverà un avviso di garanzia. Pizzarotti invece fa il contrario. Che cosa sono diventati i partiti? Un compromesso vivente. Noi non vogliamo diventare un compromesso. Siamo consapevoli che facciamo scelte forti, le dobbiamo continuare a difendere».
Il lunedì elettorale
«Il governo utilizza lo strumento del voto sempre ed esclusivamente a proprio vantaggio. Il referendum sulle trivelle non l’hanno accorpato alle amministrative perché non gli conveniva, l’hanno voluto affossare. Hanno messo le comunali in pieno ponte del 2 giugno. Al referendum costituzionale vogliono dare più tempo per votare perché chi vota sì ha bisogno di più tempo per essere convinto. Buttano altri 200 milioni in questo modo, noi diciamo nettamente no. Enrico Letta ha fatto una legge a fine 2013 dove inseriva l’election day per tutte le consultazioni popolari. Stanno violando la legge che loro stessi hanno fatto perché gli conviene. Dal punto di vista democratico sono molto pericolosi. Dobbiamo mandare i cittadini a votare ma non mettendo un giorno in più. I cittadini sono lontani dalla politica ma non perché non hanno tempo per votare».
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