Secondo il presidente della Toscana il premier «sbaglia ad attaccare i costituzionalisti, vanno ascoltati. Cuperlo-Boschi? Un diverbio che mi sarei risparmiato. Il premier si è finalmente accorto della questione morale, ora però passi ai fatti. Magistratura? Nessun complotto, bisogna valutare caso per caso»
Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, sulla direzione del Pd, ai microfoni di Radio Cusano Campus, ha dichiarato che «per la prima volta ho visto una disponibilità alla discussione nella relazione introduttiva di Renzi che è stata interessante. Per la prima volta non c’era una situazione militarizzata, ma si poteva discutere. Poi c’è stato questo diverbio tra Cuperlo e Boschi, io francamente me lo sarei risparmiato. Non mi è parso che abbia aggiunto o tolto nulla, ha solo dato i titoli ai giornali. La frizione scappa a tutti. Scappa a chi dice ‘Voi votate con Verdini’ e la Boschi ha risposto in modo polemico. La saggezza avrebbe voluto che si chiudesse lì. Sarebbe stato bene entrare nel merito dei cambiamenti della riforma costituzionale, io ci ho provato ma con scarsi risultati».
L’attacco di Renzi ai costituzionalisti
«Come si fa a dire archeologi ai membri della Consulta? Bisogna ascoltarli. Il motore innovatore di Renzi ha prodotto una riforma, il Paese di una riforma ha bisogno. Non sono d’accordo col dire che è l’ultima spiaggia. Proprio perché Renzi con la sua forza è stato in grado di produrre una riforma, è bene che si porti pazienza e non si lancino invettive contro persone importanti. Io me lo sarei evitato. Il documento dei 50 costituzionalisti sollevano questioni serie. Il Pd provi a dare risposte, a capire quali sono i dubbi che sollevano quelli che votano no, senza respingerli».
Questione morale
«Prendo atto che fino a ieri non se ne voleva sentir parlare di questione morale e oggi finalmente Renzi ha ammesso che esiste. Se fosse arrivato prima sarebbe stato meglio. Bisognerebbe passare alle iniziative. A questo punto in ballo entra il tema del partito, di come si sceglie la classe dirigente, di come si ritrova un’attenzione morale. Non è possibile che il Pd rinunci a presentare un proprio candidato in comuni dove c’è una presenza di tipo mafioso, come è successo a Platì. Io proverei ad organizzare in quei luoghi una manifestazione del partito, Sono quelli gli strumenti che fanno sentire i cittadini vivi e danno la forza a persone che vogliono impegnarsi. Io vivo in Toscana, in una situazione fortunata, però il Paese è uno solo. Proprio oggi la procura di Prato ha aperto un’inchiesta sul caporalato. Il Pd parla poco di questi temi. Con la magistratura i toni dovrebbero essere migliori. A volte qualche scivolone l’hanno avuto i magistrati nelle dichiarazioni, fa bene Renzi a non parlare di complotto. Bisogna distinguere caso per caso perché non sono tutti uguali. Io mi auguro che il ruolo del capo dello Stato possa ricomporre queste fratture».
Dichiarazioni Violante su scissione ruoli tra premier e segretario Pd
«Mi fa piacere che anche Violante la pensi come me. Nelle democrazie occidentali, il presidente del consiglio ha comunque una sorta di autoritas sul proprio partito. Ma il partito non può diventare il megafono del presidente del consiglio, bisogna preservare l’autonomia del partito. Non si può far ricadere sul premier tutte le responsabilità possibili e immaginabili».