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Deutsche Bank, ex managing director DB: “L’inchiesta di Trani parte col piede sbagliato”

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Redazione

Borghi (ex managing director DB) sulla Deutsche Bank: «L’inchiesta di Trani parte col piede sbagliato. Da Germania manovre sospette nel 2011 ma difficile dimostrare complotto». Sui rimborsi ai truffati dal Salvabanche: «Decreto ignobile»

Il Prof. Claudio Borghi, consigliere regionale della Lega Nord in Toscana ed ex managing director della Deutsche Bank, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, in merito all’indagine su Deutsche Bank. «Ce la ricordiamo un po’ tutti quella cosa – ha dichiarato Borghi – aveva dato inizio alla famosa estate dello Spread. In una situazione internazionale non particolarmente stabile, si lesse che Deutsche Bank aveva azzerato la sua posizione sui titoli di stato italiani. Da lì, tanti altri cominciarono a vendere i loro titoli fino a che non si arrivò al famoso momento dello spread a 500. Secondo me fanno bene ad indagare, perché è sospetta come mossa. Però da ex trader, se devo giudicare quegli eventi, io all’epoca capii perfettamente le ragioni per cui Deutsche Bank vendette quei titoli, lo feci anche io prima di loro. I motivi erano molto semplici, si era deciso di far fallire la Grecia». «Nel momento in cui si è capito che si sarebbero fatti pagare gli investitori che avevano titoli di stato greci, è normale che gli altri avrebbero cominciato ad avere timore per i propri titoli di stato. Gli investitori non stanno mica lì ad aspettare che arrivi la mazzata. Merkel e Sarkozy decisero di punire la Grecia e quindi i titoli di stato greci avrebbero dovuto fallire. Questa notizia all’epoca fu rovinosa e io, vedendo che questo succedeva alla Grecia, ho pensato: se poi lo stesso ragionamento lo fanno sull’Italia, meglio vendere i miei titoli di stato. Tutto torna. Per essere machiavellici, se la Germania avesse voluto mettere in difficoltà alcuni stati a suo vantaggio, quella manovra sulla Grecia era perfetta. Rendendo insicuri i titoli dell’eurozona, sapendo di essere dalla parte forte, ha spinto gli investitori a fare delle differenze sui titoli. A quel punto succede che, vendendo i titoli italiani, la gente compra i titoli tedeschi che sono più sicuri, così facendo si genera lo spread. Io spavento il mercato, gli investitori reagiscono e io ne traggo vantaggio, questa potrebbe essere stata la strategia della Germania. Al momento l’inchiesta della Procura di Trani parte col piede sbagliato». «Se ci si concentra su quello che faceva Deutsche Bank, si può tranquillamente dire che faceva una cosa logica, stante le informazioni che c’erano al momento. Certo, se per ipotesi venisse fuori che Schauble ha parlato con i vertici di Deutsche Bank anticipando il piano di cui parlavo prima, è evidente che la cosa sarebbe clamorosa e molto grave. Però, se anche fosse così, non arrivi a capirlo da Trani».

Sistema bancario italiano
«E’ successa una cosa analoga alla Grecia ai tempi dello spread, ovvero il bail in. Se io faccio passare una cosa che era considerata sicura come mettere i soldi in banca e, con una decisione politica come il bail in, la faccio diventare meno sicura, poi ci sono delle conseguenze. Mi viene da pensare che ci siano dei piani di destabilizzazione. Chi ha congeniato queste direttive confidava sulla cretineria dei nostri rappresentanti, che lo hanno votato tutti in Europa tranne Fratelli D’Italia e la Lega».

Il decreto per i truffati dal salva banche
«Il decreto per i rimborsi sia incostituzionale e anche ignobile. Incostituzionale perché è totalmente assurdo porre differenze tra i cittadini basate su date arbitrarie. Così come non c’entra niente il discorso reddituale, non è che se io ho più reddito sono meno truffato rispetto ad un altro. E’ la fine della logica, del diritto. E soprattutto, non si capisce che cos’è il reato, non si capisce perché vengono indennizzati questi signori. Se il problema era la vendita delle obbligazioni subordinate sono colpevoli tutte le banche, non solo quelle quattro lì».

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