L’attuale sindaco di Verona ed ex Lega Nord, Flavio Tosi, ha dichiarato di pensare seriamente a candidarsi alle prossime comunali di Roma: «Me l’hanno chiesto importanti imprenditori. A differenza degli altri candidati io ho già dimostrato di saper fare il sindaco»
L’ex Lega Nord, e sindaco di Verona dal 2007, Flavio Tosi, leader del movimento “Fare” dopo l’espulsione dal carroccio, sarebbe in procinto a candidarsi alle prossime elezioni comunali di Roma. Ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, in merito alla sua possibile candidatura a sindaco di Roma, ha detto: «La mia valutazione di candidarmi a Roma prosegue e più ci penso più sono propenso a candidarmi», ha affermato Tosi. «Mi hanno chiesto di candidarmi imprenditori e persone che fanno parte della società civile. Ci sono anche nomi di peso, ma per rispetto non voglio svelarli. Mi conoscono e sanno che so fare il sindaco, per questo quando hanno visto lo scempio che è successo con le candidature del centrodestra mi hanno detto di pensarci. Ovviamente la città di Roma è una sfida meravigliosa e difficilissima per chi è sindaco come me. Gli scandali, l’inefficienza, hanno portato la città alla deriva. Per chi mette passione nel ruolo di sindaco è la sfida più difficile da porsi».
Gli altri candidati
«Bertolaso è uno che capacità di governo ce l’ha perché ha dimostrato di averle, conosce le pratiche dalla pubblica amministrazione. Anche Marchini le ha. Altri candidati invece quelle competenze non le hanno. Bertolaso ha il limite di avere indagini in corso e questo può pesare in campagna elettorale. Siccome a Roma c’è il problema della pa, ci vuole un sindaco che conosca le regole, che abbia coraggio, senso di responsabilità e io queste caratteristiche ce l’ho, anche se Verona è molto più piccola di Roma. Rispetto agli altri candidati, sono l’unico che ha dimostrato di aver amministrato bene una città. Dopo anni di mancata guida da parte di un sindaco che sapesse fare il sindaco, c’è stata una deresponsabilizzazione dei dirigenti ed è stato lasciato andare tutto in malora. Chi comanda deve far passare il principio che chi sbaglia paga, i dirigenti che sbagliano devono essere puniti, perché altrimenti se lasciano andare avanti le cose così, poi succede quello che è successo. Le buche nelle strade, i rifiuti per strada, gli autobus che perdono i pezzi, sono problemi che non dovrebbero esistere in una città, ancora di più a Roma. Io non sono abituato a prendere ordini da nessuno, non sono legato a nessun potere forte, quindi sarei una garanzia in questo senso».
Mai parlato contro la città capitolina
«Io personalmente, nella mia storica politica, non ho mai parlato di antimeridionalismo e secessionismo. Uno dei motivi della rottura con la Lega è che io non sono secessionista. Quindi non ho nessun timore che i romani possano rinfacciarmi il mio passato», ha detto infine.
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