L’importanza dell’università nel grado di crescita economica e culturale del nostro Paese è un fattore assodato, così come la forbice sempre più ampia fra Nord e Sud, soprattutto a livello di immatricolazioni. Stando ad uno studio condotto dalla Fondazione Res in merito alla migrazione delle iscrizioni all’università dal meridione al nord, è emerso un dato molto preoccupante: sempre più studenti scelgono di andare al Centro e Nord Italia per immatricolarsi all’università, abbandonando progressivamente gli atenei del Sud. Una migrazione che sta svuotando in particolar modo le università siciliane come quella di Palermo, per la prima volta nella sua storia caduta ad livello di minimo storico che non si addice certo alla sua fama, a favore delle università di grandi centri urbani come Roma e Milano.
I motivi di questa crisi sono senza dubbio da far risalire alla profonda crisi delle università meridionali: una crisi dovuta alle offerte formative limitate, alle strutture non all’avanguardia, soprattutto da un punto di vista informatico e tecnologico, e alle condizioni di abbandono di molti atenei, lontano ricordo dei fasti di un tempo. Inoltre, negli ultimi anni si è delineato un altro trend che coinvolge il mondo di Internet. Sono infatti molti gli studenti che scelgono di abbandonare il classico percorso universitario per intraprendere una laurea online. Questa laurea infatti offre diversi privilegi. Prima di tutto non costringe gli studenti a vivere fuori sede, permettendo loro di seguire le lezioni via web. Ciò quindi permette loro di studiare ed al tempo stesso di lavorare con più flessibilità e meno stress. In Italia sono numerosi gli atenei che offrono questo servizio, uno di questi è l’università di Roma Niccolò Cusano. Questa università infatti è unica nel suo genere in quanto permette ai suoi studenti di seguire le lezioni sia in sede che online, offrendo quindi una duplice esperienza. Quello delle università online è quindi un cambiamento epocale che non sta solamente rimescolando le carte in gioco relative alle immatricolazioni, ma che potrebbe divenire la regola nel futuro delle università italiane.
A meno che lo Stato non intervenga in modo risoluto per risolvere i numerosi problemi delle università del Sud, in primis dotandole di un’offerta formativa che sia più completa e, soprattutto, che sia in grado di andare incontro alle esigenze dei giovani e alle professioni del futuro, garantendo dunque sbocchi lavorativi interessanti. Le nuove generazioni, infatti, stanno vivendo sulla loro pelle una crisi economica che sta insegnandogli il valore di un lavoro che sia innanzitutto remunerativo: dunque, è normale che l’interesse venga rivolto verso quelle regioni che offrono una formazione all’avanguardia. Inoltre, occorrerebbe intervenire anche sulle infrastrutture delle università, restaurandole e rendendole accoglienti per gli studenti: una politica che è già stata messa in atto a Roma, e che ha dato i suoi frutti nel giro di pochi anni. Serve, dunque, la volontà di non abbandonare le università che hanno fatto la storia non solo del Sud, ma dell’Italia stessa.