Il segretario della Lega Nord è arrivato ieri al centro d’accoglienza del Catanese per valutarne le condizioni. “Renzi e Alfano sono due incapaci incollati alla poltrona. Non rispondo ai vescovi che fanno politica”
Come annunciato nei giorni scorsi, Matteo Salvini è arrivato a Mineo per visitare il centro di accoglienza per i migranti richiedenti asilo, al centro delle polemiche dopo l’omicidio, avvenuto a Palagonia, di due anziani coniugi per mano di un diciottenne ivoriano ospite proprio del centro. Salvini non si è risparmiato attacchi contro tutto e tutti: “Sono tutti ridicoli. La Merkel afferma, in sostanza, di volersi prendere solo i siriani perchè rappresentano un’immigrazione qualificata; della serie, io scelgo quelli che voglio e il resto ve lo tenete voi. La Germania prende in giro l’Europa per l’ennesima volta e Renzi e Alfano si dimostrano di nuovo due incapaci incollati alla poltrona. Dove sono? Non li ho visti a Palagonia e il loro silenzio non promette nulla di buono”. Il segretario della Lega Nord ha poi parlato espressamente della struttura del Cara: “Mi farò dare il numero esatto degli immigrati accolti nel Cara di Mineo. E vedrete che solo tre persone hanno diritto all’asilo, mentre gli altri sono tutti clandestini; sprechiamo 100 milioni e a che scopo? Doveva essere chiuso subito dopo l’emergenza del 2011 e il governo non lo ha fatto”. Rispondendo alle critiche dei giorni scorsi del vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, che gli ricordava come il Cara fu voluto dal suo collega di partito Maroni, Salvini ha detto: “Non rispondo ai vescovi che fanno politica. E’ vero che il Cara fu aperto da Maroni, ma in condizioni di emergenza e con una guerra in corso; era provvisorio, questo sì, ed era anche gestito in modo serio.
“I vescovi e i politici facciano ciascuno il proprio lavoro”
Ma ora, dopo quattro anni, non è più provvisorio ed è evidentemente sfuggito il controllo; i vescovi e i politici facciano ciascuno il proprio lavoro”. Salvini ha anche ricevuto un volantino a firma del sindacato di polizia Coisp, in cui gli agenti denunciano le loro difficoltà nella gestione del Cara e i problemi riguardanti “gli sperperi della polizia catanese” in relazione a tante emergenze del capoluogo etneo.