«Marco Pantani non fu ucciso ma si suicidò», è quanto afferma il Procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli che per tale motivo chiede l’archiviazione del caso. Madre di Pantani: «Sentenza dura, ora inizia la guerra»
Secondo il pm Paolo Giovagnoli, Marco Pantani, quel giorno di San Valentino del 2004 morì in una stanza del residence riminese ‘Le Rosè a causa di un suicidio con prevalenza di psicofarmaci, e cocaina. La nuova inchiesta sulla fine del campione di ciclismo potrebbe dunque terminare con un’archiviazione richiesta al gip dal Procuratore capo di Rimini. «Non sono emersi elementi a sostegno dell’omicidio, viene esclusa l’ipotesi di un’assunzione sotto costrizione», dunque «l’esposto presentato lo scorso anno dalla famiglia del Pirata è privo di un possibile sospetto o un plausibile movente». A questo punto sembra evidente che il tutto fu sollevato solo per «accreditare l’immagine di una persona vittima incolpevole di violenze e complotti, tantomeno emergono elementi che facciano ipotizzare condotte dolose della polizia giudiziaria per alterare i risultati delle indagini». «Nè la notizia di reato nè gli esiti delle indagini – continua il pm – hanno fatto emergere neppure il nome di un possibile sospettato, diverso dalle persone già processate, o di un ipotetico movente. Nessun elemento concreto è emerso neppure a carico delle persone già processate». Giovagnoli sostiene che le questioni sollevate con l’esposto presentato nel 2014 dall’avvocato della famiglia Pantani, Antonio De Rensis, «più che a indicare indagini suppletive utili a scoprire elementi di un delitto non indagato, tendevano essenzialmente a far dubitare della correttezza e adeguatezza delle indagini del 2004 e a far ritenere falsi i suoi risultati, verosimilmente per cercare di cancellare l’immagine del campione depresso vittima della tossicodipendenza e dell’utilizzo di psicofarmaci». Ma la richiesta di archiviazione è quanto di più lontano potesse chiedere la madre di Pantani, Tonina, che comunque si aspettava questo dopo aver visto l’indifferenza del Procuratore, scrive su Facebook: «Sentenza dura, ora inizia la guerra».
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