Secondo Beppe Grillo ‘i nuovi schiavi’ sono i migranti, e attacca la cancelliera Angela Merkel: «Gli immigrati hanno perso tutto. Se cogliamo l’occasione, possono diventare un’enorme forza motrice»
Il leader del Movimento 5 Stella Beppe Grillo attraverso un post sul suo blog attacca la cancelliera tedesca Angela Merkel sul tema dei migranti. L’intervento dell’ex comico dal titolo ‘I nuovi schiavi’ riporta interamente un lungo articolo di ‘voci dall’estero’. Nell’introduzione al pezzo di Alessandro Speciale e Alex Webb si legge: «Bloomberg descrive la condizione di chi è fuggito dalla guerra solo per raggiungere un’Europa che non sa offrirgli un’esistenza dignitosa. Ciò che emerge di peggio è il cinismo di una classe dirigente tedesca che sta usando ogni mezzo, inclusa la disperazione dei profughi (qui definita “motivazione”), per cercare di perpetuare un sistema sociale ed economico che finora si è basato sulla compressione dei salari tedeschi e la sotto-occupazione nel resto d’Europa — un sistema che, dopo aver spremuto gli europei fino a spingerli verso l’esaurimento demografico, cerca ora nuova manodopera da sfruttare». «La Germania è di fronte a un’enorme sfida demografica“, ha detto Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, la banca centrale tedesca. “Il paese trarrebbe beneficio dall’immigrazione di persone qualificate, sia per il rafforzamento del potenziale di crescita, sia per l’aumento dei contributi al sistema di previdenza sociale“. La cancelliera tedesca Angela Merkel sta appoggiando un piano che imporrebbe a ciascun paese dell’Unione Europea di accettare una certa quota dei migranti che si sono riversati in Grecia, Ungheria e Italia. Il 22 settembre, i vari ministri dell’interno e della giustizia dovranno discutere la questione nuovamente, dopo il mancato raggiungimento di un accordo questa settimana».
«Già negli anni ’50 e ’60 la Germania aveva similmente utilizzato l’immigrazione per riempire le fabbriche durante il boom economico. Il paese assumeva i “Gastarbeiter” — cioè “lavoratori ospiti” — da paesi come Grecia, Turchia e Yugoslavia, il che ha aiutato ad alimentare la crescita dopo la Seconda Guerra Mondiale». «Gli immigrati “hanno un grande vantaggio, che è la motivazione“, dice Enzo Weber, dell’Istituto di Ricerca sull’Impiego, un gruppo di esperti finanziato dallo Stato con sede a Norimberga. “Gli immigrati hanno perso tutto, e qui gli viene data una nuova possibilità. Se cogliamo l’occasione, possono diventare un’enorme forza motrice“».