La sonda New Horizons dopo nove anni e mezzo di viaggio nello spazio ha raggiunto il pianeta più lontano dal Sole, ovvero Plutone, riuscendo nella storica impresa di fotografarne la superficie. Esattamente alle 13:49 di ieri, il momento in cui la sonda Nasa ha toccato il punto più vicino con 12500 chilometri di distanza da Plutone. Nel giro di 30 minuti è riuscita a scattare tantissimi fotografie. Secondo il fisico, matematico, cosmologo e astrofisico britannico, Stephen Hawking, l’aver il pianeta Plutone può aprire nuovi scenari nello studio sull’origine del sistema solare. Attraverso un video pubblicato sulla sua fanpage Facebook si è dapprima congratulato con team Nasa che ha portato a termine la missione New Horizons: «Mi congratulo con il team Nasa per il suo storico avvicinamento a Plutone, il culmine di una lunga missione durata un decennio. Non vedo l’ora – ha spiegato Hawking – di vedere quali nuove informazioni rivelerà la sonda New Horizons sul nostro lontano parente». «Noi esploriamo perché siamo esseri umani e vogliamo sapere. Spero che Plutone ci possa aiutare in quel viaggio. Io rimarrò in osservazione e spero che voi facciate lo stesso».
New Horizons ha misurato per Plutone un diametro di 2370 chilometri
«In questa fase di preparazione all’incontro ravvicinato, New Horizons ha già fornito la risposta a una domanda su cui gli astronomi si interrogano da decenni, ovvero le dimensioni di Plutone e dei suoi satelliti. Utilizzando le immagini raccolte dallo strumento Long Range Reconnaissance Imager (LORRI), New Horizons ha misurato per Plutone un diametro di 2370 chilometri. LORRI ha permesso anche di misurare le dimensioni dei satelliti di Plutone: in particolare Caronte ha un diametro di 1208 chilometri, mentre Nix e Hydra sono decisamente più piccoli, con un diametro rispettivamente di 35 e 45 chilometri. Le altre due lune di Plutone, Kerberos e Styx, sono decisamente più piccoli e difficili da misurare».