Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia in merito alla relazione del prefetto Franco Gabrielli su Mafia capitale, si è espressa in modo negativa allo scioglimento sia per il caso di Roma sua per futuri casi gravi come la situazione che sta affrontando la capitale. Secondo la Bindi, «vista l’oggettiva straordinarietà della situazione di Roma, servono strumenti straordinari che il governo dovrebbe adottare», «ad esempio un decreto legge che traendo spunto dalla situazione romana, introduca strumenti ad hoc per affrontare le difficoltà di Comuni molto grandi non da sciogliere o infiltrati solo in parte. In particolare per i grandi Comuni serve una terza via tra scioglimento e non scioglimento, una sorta di tutoraggio e di assistenza dello Stato all’Ente locale senza che questo debba essere sciolto e commissariato». «E’ importante intervenire sulle norme di scioglimento dei Comuni. Auspichiamo quanto prima l’approvazione di queste nuove norme». Le vicende di ‘Mafia Capitale’ e ‘Mafia Capitale 2’ hanno evidenziato, spiega ancora la presidente della commissione Antimafia, «una situazione gravissima, se un Comune grande come quello di Roma si mostra fragile e indifeso di fronte a una piccola mafia, un sodalizio criminale che ha occupato spazi rilevanti, condizionando pesantemente l’azione politica e amministrativa», ma arrivare a parlare di «scioglimento o non scioglimento per questo, non è la soluzione». A fronte di tali dichiarazioni sono arrivate le critiche da parte del Movimento 5 Stelle che attraverso una nota tiene ad evidenziare come il comunicato della Bindi in commissione non abbia lasciato spazio a repliche o discussioni: «Non commissariano Roma, ma censurano la commissione» dato che «non è stata data nessuna possibilità di discussione o replica: ecco il quadro di questa serata, si legge nella nota dei pentastellati. Inoltre «non si può e non si deve parlare di Mafia Capitale. Non si può audire neanche Gabrielli, per i continui rinvii. Una vera e propria umiliazione».