La Camera ha votato ieri definitivamente il disegno di legge relativo alla riforma della scuola; la riforma è passata con 277 sì, 173 no e quattro astenuti. A favore hanno votato Pd, Ap e Sc, mentre i contrari sono stati Lega Nord, Forza Italia, M5S e Fratelli d’Italia. Non sono mancati momenti di tensione durante le fasi finali del voto, con la Lega e il M5S fortemente critici contro il ddl, mentre Fratelli d’Italia, nella persona di Giorgia Meloni, ha accusato Renzi di “umiliare le istituzioni scolastiche”. Anche nel Pd, comunque, ci sono stati cinque deputati che hanno votato no, mentre 24 sono state le cosiddette “assenze ingiustificate”, ossia i deputati che sono usciti dall’aula al momento del voto finale per ragioni politiche. Tra questi hanno figurato Pierluigi Bersani e Gianni Cuperlo. Concluso il voto e saputi i risultati, Matteo Renzi ha twittato: “Centomila assunzioni, più merito, più autonomia. #labuonascuola è legge”, mentre il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha dichiarato: “E’ l’atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola” e, riguardo ai numeri piuttosto risicati con cui si è giunti alla maggioranza, ha aggiunto: “Dipende dalle assenze più che dal dissenso, ma la riforma scolastica ha seguito un percorso che ha sempre visto il governo compatto. Ci saranno tre miliardi a regime per la scuola il prossimo anno”. Ma anche i sindacati hanno ribadito il loro no al ddl scuola: “Oggi è stata scritta una pagina nera per la democrazia italiana – ha dichiarato Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil – questa legge in realtà riporta la scuola indietro nel tempo, toglie diritti e non risolve il problema della precarietà. Ma l’inizio del prossimo anno scolastico sarà molto più problematico, perchè la mobilitazione continuerà”.