La Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo ha stabilito che l’Italia deve assolutamente riconoscere le coppie gay; secondo la Corte, infatti, il nostro Paese viola il diritto al rispetto della famiglia e della vita privata, in quanto non fornirebbe un riconoscimento legale alle coppie gay per le quali “un’unione civile sarebbe il modo più appropriato per ottenere il riconoscimento delle loro relazioni”, come si legge in una nota pubblicata a seguito di una sentenza emessa ieri sul ricorso di tre coppie omosessuali. Nella nota il tono perentorio è evidente: “Le coppie omosessuali hanno le stesse necessità di tutela e riconoscimento al pari degli eterosessuali. Per questo l’Italia e i Paesi firmatari della Cedu devono rispettare il loro diritto fondamentale ad ottenere forme di riconoscimento allineate con il matrimonio. L’Italia è l’unica democrazia occidentale a mancare a questo impegno ed è stata quindi condannata per violazione dell’articolo 8 della Convenzione”. E’ per questo motivo che la Corte di Strasburgo ha accettato il ricorso di un cittadino residente nel Trentino, assistito dall’avvocato Alexander Schuster. La decisione non è però ancora definitiva; nei prossimi mesi, i ricorrenti, ma anche lo Stato italiano, possono richiedere il riesame da parte della Grande Sezione. Il legale Schuster ha precisato che “la Sezione, presieduta dal giudice di designazione italiana Raimondi, pur riconoscendo la scelta legittima degli Stati ad approvare o no il matrimonio gay, afferma però come non sia più ammissibile lasciare le coppie omosessuali nel vuoto normativo”. Anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per gli Affari europei, Sandro Gozi, ha dichiarato a Rainews: “E’ inconcepibile non riconoscere i diritti a due persone che si amano, solo perchè sono dello stesso sesso. Renzi, sabato alla presidenza del Pd, ha preso un impegno molto chiaro”.