Ieri è stata una giornata drammatica per le istituzioni greche: tensioni e scontri di piazza ad Atene, mentre Tsipras ha praticamente imposto al Parlamento di approvare il suo piano, altrimenti si vedrà costretto a lasciare. E intanto perde uno dei suoi. “Senza il vostro sostegno nel voto di stasera (ieri, n.d.r.) sarà difficile per me restare premier” ha dichiarato senza tanti giri di parole Tsipras, poco prima del voto parlamentare cruciale per le riforme: “O restiamo uniti o domani cade il governo di sinistra”. Intanto fuori, a piazza Syntagma, mentre sfilavano vari movimenti anti austerity si sono registrati momenti di violenza con la polizia, come accade da almeno 4 anni di crisi economica; un gruppo, pare composto da anarchici, si è staccato dal corteo ed è entrato in piazza lanciando bombe carta, petardi e molotov e la polizia ha risposto caricandolo e facendo uso dei gas lacrimogeni per disperdere i facinorosi. Ma anche nell’aula del Parlamento il clima era incandescente: metà dei componenti parlamentari di Syriza, il partito di Tsipras, ha bocciato su tutta la linea l’accordo di Bruxelles e vedeva molto male le riforme da votare ieri sera, senza le quali Atene era destinata a fallire e a uscire dall’euro. Come se non bastasse, un altro componente del governo Tsipras ha deciso di ritirarsi, dopo il forfait di Varoufakis: si tratta del ministro delle Finanze Nantia Valavani, la quale ha consegnato al premier una lettera in cui rassegna le sue dimissioni esprimendo seri dubbi sull’accordo di Bruxelles ed accusando apertamente la Germania di voler umiliare i greci.
Tsipras ha quindi dovuto contare sul voto di Nea Dimokratia e del Pasok, con il rischio serio di non avere più la maggioranza. Entro la mezzanotte di ieri, i deputati hanno dovuto approvare quattro misure fondamentali: la semplificazione dell’Iva e l’allargamento della base fiscale per aumentare le entrate; le misure delle pensioni con l’innalzamento dell’età pensionabile e le norme per scoraggiare il pensionamento anticipato; la piena indipendenza dell’istituto nazionale di statistica; le norme per introdurre tagli di spesa semiautomatici in caso di deviazione dagli obiettivi di surplus primario dopo l’approvazione di Commissione, Bce e Fondo monetario.
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