Lo scalo di Fiumicino è stato mandato completamente in tilt da un incendio sviluppatosi nella pineta di Focene, nel pomeriggio di ieri; lo scorso 7 maggio, il terminal C era stato devastato da un altro incendio che aveva rallentato tutte le attività dell’aeroporto. E’ quasi certo che l’incendio di ieri sia di origine dolosa perchè le fiamme si sono propagate da punti diversi, anche molto lontani tra loro. Il traffico aereo è ripreso in serata dopo una sospensione dei decolli, che ha causato inevitabili disagi ai passeggeri. L’Enac ha spiegato che “i voli in partenza sono stati interdetti in quanto la pista 2 è stata chiusa dalle ore 14.20 alle ore 15.45, mentre la pista 3, dedicata principalmente agli atterraggi, è rimasta operativa. La pista 1, invece, è stata chiusa per permettere le attività di spegnimento dell’incendio”. Dalle 15.45 in poi, lo scalo ha ripreso lentamente a operare, ma con ritmi parecchio ritardati per non interferire con i velivoli utilizzati per spegnere le fiamme. La procura di Civitavecchia ha aperto un’indagine per valutare la natura del rogo, mentre Renzi ha subito telefonato al ministro dell’Interno Alfano per sollecitare le verifiche. Se infatti l’incendio dovesse essere doloso, ha detto Renzi, sarebbe un atto gravissimo con forti ripercussioni sul turismo e l’economia del Paese. Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco impegnate con dieci squadre, due velivoli Canadair e tre elicotteri, in collaborazione con la Forestale. Il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, oltre a dirsi convinto dell’origine dolosa del rogo, ha dichiarato che la superficie interessata dalle fiamme, di circa 40 ettari, ricade in un’area protetta di circa 16mila ettari.