Secondo i giudici del Tribunale di Grosseto, la tragedia della ‘Costa Concordia’ si sarebbe potuta evitare se l’ex comandante Francesco Schettino avesse gestito il tutto rispettando «le attività previste dalla normativa e dalle Procedure aziendali». Dunque il naufragio si sarebbe potuto concludere con tutti i passeggeri in salvo, almeno da quello che si legge nelle oltre 500 pagine dove si trovano le motivazioni della sentenza che vuole Schettino a 16 anni di carcere. «Nel momento in cui l’imputato lasciava definitivamente la Concordia – sentenziano i giudici – la situazione era tale da rendere impossibile o comunque difficile» ai passeggeri che si trovavano ancora a bordo, riuscire a prendere la via della salvezza. «La Concordia era perfettamente conforme per affrontare un’emergenza» e in ogni caso, viene aggiunto dai Pm, «quando Schettino saltò sulla scialuppa, cosa che fece per mettersi in salvo con la precisa intenzione di non risalirvi, decise di restare all’oscuro della sorte di oltre 2mila persone e accettò il rischio di lasciarle in balia degli eventi». Inoltre «è stato Francesco Schettino che ha volontariamente portato la nave, di notte e ad elevata velocità, così vicino alla costa. La situazione di pericolo è stata creata dall’imputato e pertanto la responsabilità del naufragio è sua». E comunque «la decisione di fare l’inchino è stata una scelta criminale», tengono a sottolineare in conclusione i giudici.