Ci sono delle importanti novità sul caso della morte del giovane Domenico Maurantonio, precipitato lo scorso 10 maggio dalla finestra del quarto piano di un hotel milanese mentre era in gita scolastica: non fu nè un omicidio nè un suicidio, ma solo un tragico incidente, avvenuto mentre era da solo e dopo aver probabilmente ingerito una dose eccessiva di alcolici, a cui non era abituato visto che beveva pochissimo. Sarebbero queste le conclusioni della Procura dopo un mese di accertamenti, esami e prove raccolte dai periti nominati dal tribunale. Insomma, quella tragica notte Domenico cadde dalla finestra senza emettere un grido e perpendicolarmente rispetto alla parete esterna dell’hotel Leonardo da Vinci, in cui alloggiava, per poi venire ritrovato il mattino seguente, intorno alle 7.30, da un imbianchino che diede l’allarme. Ovviamente, ci sono ancora alcuni particolari da chiarire, come il fatto che Domenico fosse senza pantaloncini e mutande, ritrovati accanto al suo cadavere, oppure che cosa sia successo durante i suoi ultimi istanti di vita, se si vergognò della dissenteria che lo aveva portato a sporcare tutto il corridoio (torna quindi a farsi prepotente l’ipotesi di uno scherzo), se si sentì male vicino alla finestra perdendo poi l’equilibrio o ancora, se si sia effettivamente suicidato per qualche malessere dell’anima acuito dall’alcol. A ogni modo, gli ultimi accertamenti “riabilitano” i suoi compagni di classe, accusati nei primi giorni di omertà e cinismo: nessuno quella notte si accorse di nulla semplicemente perchè nessuno assistette all’incidente. Dagli esami e, soprattutto, dalle testimonianze degli altri ospiti dell’albergo e dei compagni di scuola emerge chiaramente che Domenico non fu spinto e neppure si buttò volontariamente dalla finestra, ed era solo quando l’incidente è avvenuto. Ma l’inchiesta non è ancora conclusa, mancano infatti i risultati degli esami di alcune tracce organiche rinvenute sotto le unghie del ragazzo; mentre non sono state trovate tracce di Dna sull’ematoma che Domenico si è procurato su uno degli avambracci e che all’inizio sembrava essere stato lasciato dalla pressione di alcune dita, come a volerlo trattenere prima che precipitasse. Quindi lo studente deve esserselo provocato da solo, magari sbattendo contro una sporgenza durante la caduta oppure poco prima di precipitare dalla finestra.