Il ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha comunicato ieri mattina l’avvenuto arresto dei due rom di 17 e 19 anni che, mercoledì scorso, hanno terrorizzato Roma nord investendo alcune persone presso l’uscita della metro A Battistini, uccidendo una colf filippina di 44 anni e ferendone altre 8: “Sono stati individuati dalla Polizia e portati in questura i due rom che sarebbero stati alla guida dell’auto pirata, causa dell’investimento mortale dei giorni scorsi. Si tratta di due giovani di 17 e 19 anni, sembra che ci fosse il primo alla guida” era scritto sul comunicato diffuso alle agenzie di stampa. Il ministro Alfano ha poi voluto ringraziare le forze di polizia per la celerità e la velocità del lavoro svolto: “Ringrazio gli agenti per le indagini scrupolose e l’impegno che ha consentito di arrivare prontamente all’obiettivo”. I due nomadi, che ieri si è scoperto essere anche fratelli, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, uno alla Procura di Roma e l’altro al tribunale dei Minori della Capitale; gli inquirenti avrebbero voluto chiarire, una volta per tutte, chi fosse realmente alla guida della Lancia al momento del tragico impatto. “Chi vive al di fuori della legge non può trovare spazio nella nostra città e nel nostro Paese, il Campidoglio si costituirà parte civile nel processo contro queste persone” ha dichiarato a caldo il sindaco capitolino Ignazio Marino. Il sanguinoso incidente era avvenuto lo scorso mercoledì: la Lancia guidata dai due, con a bordo altre persone tra cui la giovane sposa minorenne del diciassettenne, arrestata per prima, non si era fermata all’alt della polizia ad un posto di blocco, fuggendo e travolgendo alcuni passanti; il tremendo impatto causò la morte di una donna filippina, Corazon Perez Abordo, 44 anni, di professione colf, ed il ferimento di altre otto persone ferme alla fermata dell’autobus tra via di Boccea e via di Montespaccato.