Richiesta la condanna da parte del pm, di un anno e sei mesi di reclusione per il senatore della Repubblica e fondatore del movimento politico Lega Nord, Umberto Bossi, che in occasione di un comizio ad Albino, nel 2011, definì “terun” l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’inchiesta nasce dalle centinaia di querele arrivate da tutta Italia. In tribunale a Bergamo il sostituto procuratore Gianluigi Dettori ha richiesto la condanna per vilipendio nei confronti anche dell’ex presidente del Consiglio, Mario Monti: «Offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica» per «vilipendio alle istituzioni». Ecco le dichiarazioni di Bossi che potrebbero portarlo alla condanna: «Ma Monti lo sa che molti allevatori si sono impiccati? Questi coglionazzi del governo lo sanno?», esclamava dal palco il numero uno della Lega, con l’applauso del pubblico. «Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica», e qui esibiva il gesto delle corna. Ma la frase che più di tutti ha fatto scalpore è: «Napolitano, Napolitano, nomen omen, terun…». Infine il pubblico urla «Monti, Monti, vaffanculo…» con il leader leghista che dal palco replicava: «Eh…magari gli piace anche…». Secondo la difesa invece, portata avanti dall’avvocato Matteo Brigandì le frasi esclamate da Bossi erano semplici esternazioni nell’ambito dell’attività politica. Ma il pubblico ministero ha tenuto a sottolineare in risposta al legale che «quelle frasi, e quei gesti, non possono in alcun modo essere considerati espressione di un diritto di critica». La prossima udienza è in programma per 22 settembre 2015.