Renzi già pensa ad un dopo Marino al Campidoglio e lo ha confidato a Massimo Gramellini durante un’intervista a “La Stampa”: “Se fossi Marino, non starei tranquillo” ha dichiarato senza tanti giri di parole. Ignazio Marino, dal canto suo, ha risposto un po’ piccato: “Oggi ci occupiamo dell’annuncio del teatro dell’Opera, perchè noi pensiamo veramente a Roma. La città cammina e va avanti. Non ho ancora sentito Renzi, ma solo il nuovo amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma”. E’ un periodo difficile, e lo stesso Renzi lo ha ammesso nel corso dell’assemblea dei deputati Pd ieri alla Camera: “E’ il momento più difficile, ma anche più affascinante di questa legislatura. Essa, che terminerà nel 2018, fa venire i brividi”. Come nuovo capogruppo Pd alla Camera, Renzi ha proposto Ettore Rosato al posto del dimissionario Speranza, definendolo un candidato naturale per una leadership autorevole. Dall’ambiente dei renziani emerge anche una voce: dopo tutto quello che è successo con Mafia Capitale, per evitare un commissariamento si sta pensando di traghettare Roma alle prossime elezioni comunali dell’anno prossimo, insieme a Napoli, Milano, Bologna e Torino; elezioni anticipate che molti, adesso, considerano inevitabili. E per agevolare questa operazione si sta pensando ad un rimpasto in Giunta, cioè quattro o cinque uomini, scelti personalmente dal premier, per portare il comune di Roma alle prossime elezioni. Una sorta di commissariamento politico, utile a risolvere alcune cose e, a quanto pare, anche per allontanare dai romani la tentazione di votare il M5S. Il problema è che Marino difenderà con unghie e denti il suo posto fino allo scadere del mandato e molti, sia nella minoranza Dem che nel consiglio comunale, lo difendono: “Credo che Marino sia un elemento di discontinuità- ha commentato Stefano Fassina – va rafforzato, perchè ha fatto e sta facendo un’operazione di radicale rinnovamento”.