Ci sono altre sei persone indagate nell’ambito delle inchieste “Mafia Capitale” e “Mafia Capitale 2”, ma l’indagine che le riguarda è vecchia di mesi. Tra gli indagati, anche il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, accusato, con le altre cinque persone, del reato di turbativa d’asta nell’ambito dell’appalto per la gestione del Cara di Mineo (Ct), il centro d’accoglienza per migranti più grande d’Europa. L’inchiesta era partita alcuni mesi fa da Catania e su questo fronte sono ben due le procure che se ne occupano, quella di Caltagirone e quella del capoluogo etneo. In particolare, il sottosegretario Castiglione, deputato nazionale e coordinatore del Nuovo Centrodestra in Sicilia, risulta indagato come soggetto attuatore per la gestione del Cara di Mineo. Gli altri indagati sono: Giovanni Ferrera, direttore generale del Consorzio tra comuni, Calatino terra di accoglienza; Paolo Ragusa, presidente della Cooperativa Sol Calatino; Luca Odevaine, come consulente del presidente del Consorzio dei Comuni; Anna Aloisi, sindaco di Mineo; Marco Aurelio Sinatra, sindaco di Vizzini. Nel decreto della Procura si ipotizza il turbamento, da parte dei cinque indagati, delle gare d’appalto per la gestione del Cara di Mineo nel 2011, oltre la previsione di gare idonee a condizionare la scelta del contraente in riferimento alla gara d’appalto del 2014. A Sky Tg24, Castiglione si è detto sereno in merito a tutta la vicenda: “Se riceverò un avviso di garanzia, se ci sarà una mia responsabilità, che escludo categoricamente, nessuno dovrà prendere provvedimenti, ma li prenderò io personalmente. Ho chiesto alle procure di Catania e Caltagirone di essere messo a conoscenza circa eventuali iscrizioni e formalmente mi hanno risposto che non ce ne sono – ha aggiunto – io resto a disposizione della procura per qualunque cosa loro ritengano utile”.