Mafia Capitale 2 ha portato ancora sconquassi nel mondo politico romano: ieri si è infatti dimesso il capogruppo del Pd al Consiglio Regionale del Lazio, Marco Vincenzi, mentre la guardia di Finanza ha arrestato cinque persone nell’ambito di un’inchiesta denominata “Domus Publica”, disposta dalla Procura capitolina nel settore degli appalti pubblici e di contrasto alle frodi fiscali. Vincenzi è il secondo esponente della maggioranza guidata da Nicola Zingaretti ad aver rassegnato le dimissioni, dopo che nel marzo scorso si era dimesso il suo ex capo di gabinetto, Maurizio Venafro: “Sono assolutamente estraneo a qualsiasi responsabilità e mi dimetto da capogruppo nell’interesse del Pd alla Regione e dell’amministrazione regionale” ha detto. Secondo le indagini dei carabinieri del Ros, le cui informative sono state depositate in procura, Vincenzi avrebbe avuto rapporti con Salvatore Buzzi, il boss delle cooperative; in particolare, i due si sarebbero incontrati due volte e per due motivi estremamente importanti. Il primo è un aumento di oltre 1,8 milioni di euro dei fondi regionali ai Municipi romani attraverso alcuni emendamenti approvati in Consiglio Regionale (che Buzzi sosteneva di poter pilotare) mentre il secondo sarebbe l’aggiudicazione a Buzzi di uno dei lotti della gara per il Cup, il centro unico per le prenotazioni sanitarie. Vincenzi ha smentito tutt’e due le ipotesi, ma ha confermato di aver incontrato Buzzi, ma solo, secondo le sue parole, per parlare di una possibile intercessione del capogruppo Pd per far ottenere alcuni fondi pubblici a Ostia, richiesta a cui Vincenzi non avrebbe dato alcun seguito. Tra i sei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare (uno è deceduto nel frattempo) c’è un alto dirigente della Soprintendenza dei beni culturali di Roma Capitale, accusato di aver favorito un imprenditore nell’iter procedurale per l’aggiudicazione di gare pubbliche.