Inaugurata a Palermo una nuova Caserma dei Carabinieri, ma non in un luogo qualunque, il nuovo edificio militare nasce in quello che fu l’ultimo covo di Totò Riina. Il boss mafioso viveva con la sua famiglia in una casa super lussuosa, con piscina, prati all’inglese, alberi. A 22 anni dal suo arresto, avvenuto il 15 gennaio del 1993, l’ex Villa del superboss di Cosa Nostra, situata nel rione Uditore, diventa così un luogo dell’Arma con la sua stanza da letto trasformate nell’ufficio del maresciallo. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano che ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione accolto dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ha detto che “lo Stato ha vinto e la mafia perde. Ne è prova il fatto che l’ultimo covo del boss Totò Riina ospita ora una caserma dei carabinieri. Grazie all’Arma per avere destinato questa casa alla sicurezza della città e della nostra terra e per averla dedicata ai due sottufficiali morti durante la strage in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici”, ha aggiunto il ministro. “I mafiosi – sottolinea ancora Alfano – non sono solo degli assassini, ma sono anche ladri di futuro, speranza e di bellissime parole del nostro vocabolario come onore, famiglia e rispetto. Come fa a parlare di onore chi uccide o di rispetto chi fa inginocchiare un commerciante per chiedergli il pizzo. Il sistema del carcere duro ha funzionato impedendo ai boss di comunicare dal carcere. Abbiamo man mano rafforzato il carcere duro e affinato i meccanismi di controllo perchè non escano le notizie. A Sandro Ruotolo abbiamo offerto il sostegno dello Stato”, ha concluso il ministro.