Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha deciso di spiegare la sua riforma della scuola, ‘Buona Scuola’, attraverso la rete. Con gessetto in mano e lavagna, davanti ad una telecamera connessa al web ha aperto al dialogo con i sindacati “ma niente boicottaggi”. “Oggi – tiene a sottolineare il premier – noi abbiamo avuto finalmente dopo una dozzina di trimestri il segno + al Pil, +03%, ma non servirà a niente tornare a crescere nelle statistiche se non torniamo a crescere nelle scuole”. “Non può valere il principio del nessuno mi può giudicare perché il merito nella scuola non è una parolaccia perché ci sono tantissimi professori che fanno bene il loro lavoro e che sono arrabbiati con i loro colleghi che talvolta non fanno altrettanto bene il loro lavoro”. Per quanto riguarda l’autonomia del preside: “A ma questo trasforma i presidi in degli sceriffi? E’ chiaro che il preside ha delle responsabilità in più ma non può non farà mai lo sceriffo, sarà il responsabile di una comunità”. “La scuola non è mia, non è del governo, non è dei sindacati, la scuola non è degli addetti ai lavori, la scuola è il luogo da dove riparte la crescita nostro paese. Oggi il governo ha straziato altri 4 miliardi per l’edilizia scolastica” ma sindacati e rappresentanze degli studenti bocciano il piano di Palazzo Chigi. Secondo il presidente Sel, Nichi Vendola, “immaginare che la scuola ruota attorno a questa specie di imperatore di Faraone o di potestà che un è preside che ha il potere di reclutare gli insegnanti perfino di dare dei premi salariali e di infliggere punizioni, è un ritorno all’ottocento e tutto il mondo della scuola ha il diritto di ribellarsi e si sta ribellando contro questa violenza che cerca di colpire al cuore la scuola pubblica”. E intanto il 15 maggio il Ddl sulla ‘Buona Scuola’, approderà alla Camera.