Ieri la commissione Antimafia in seduta plenaria, presieduta da Rosi Bindi, ha pubblicato la lista dei 17 candidati, cosiddetti “impresentabili”, alla presidenza della Regione per le imminenti elezioni regionali; i nomi appartengono tutti a candidati campani e pugliesi e c’è anche il nome di Vincenzo De Luca, candidato alla presidenza della Regione Campania, finito nella bufera nei giorni scorsi per alcune ingerenze riguardo alla legge Severino. Nonostante la Bindi abbia rivendicato il proprio dovere svolto, dall’area renziana del Pd è arrivata una pioggia di accuse verso l’ex ministro, accusata addirittura di aver violato la Costituzione. Un caos politico che certamente non si placherà neanche nei prossimi giorni di voto; già in mattinata, ieri, il premier Matteo Renzi aveva sostenuto che nessuno degli impresentabili sarebbe stato eletto. Intanto, molti esponenti del Pd hanno attaccato la Bindi millantando vendette e complotti: “Rosi Bindi sta violando la Costituzione – ha twittato l’esponente del Pd Ernesto Carbone, componente della segreteria nazionale del partito – allucinante che pieghi la commissione Antimafia a vendette interne di corrente partitica”. Immediata la risposta della Bindi: “Non mi abbasso a rispondergli”. Subito dopo ha ribattuto: “Abbiamo comunicato questi dati nell’ultimo giorno perchè non vogliamo entrare nella competizione elettorale. E’ stato un lavoro molto impegnativo, essendo state vagliate oltre 4mila candidature. Tengo a precisare che la precedente commissione fece sì lo stesso lavoro, ma solo dopo le elezioni e impiegando oltre un anno. In meno di un mese abbiamo svolto questo lavoro, in questo Paese la campagna elettorale inizia con la presentazione delle liste. In Italia non esiste un casellario giudiziario nazionale, ma ce ne sono almeno 110. Nessuno, poi, si è scandalizzato per le tante calunnie e illazioni diffuse a mezzo stampa; fanno meno paura tante calunnie che non un dato di chiarezza. La perfezione non è di questo mondo, ma il nostro lavoro è stato scrupoloso”.
Anche l’ex cavaliere Silvio Berlusconi ha voluto dire la sua in merito: “Non griderò certo allo scandalo per la lista degli impresentabili – ha detto – a ogni modo sono più nella sinistra che non nel centrodestra. Serve una condanna definitiva per definire colpevole una persona”. Il riferimento è al fatto che molti dei 17 impresentabili hanno subito condanne “solo” in primo grado di giudizio.
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