La commissione pesca del Parlamento europeo di Bruxelles ha deciso nella giornata di ieri (6 maggio), di bloccare la proposta dell’Esecutivo Ue che prevede il divieto d’uso delle ‘spadare’ (ovvero reti da posta derivanti utilizzate per la pesca al pesce spada) non superiori a 2,5 km; nel nostro paese sono regolamentate con utilizzo per la pesca artigianale, utilizzate da circa 800 imbarcazioni soprattutto in Sicilia e Calabria. Il ritiro del testo dell’Esecutivo Ue, è stato sostenuto dal Partito Popolare Europeo e dal gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei. Gli europarlamentari non hanno dunque votato, come si prevedeva, la relazione dell’italiana Renata Briano del gruppo socialisti e democratici (eletta con il Partito Democratico), in favore al mantenimento delle spadare fino a 2,5 km a patto di penalizzare il loro utilizzo illegale. Intervistata dall’ANSA, la Briano ha riferito che la sua relazione “tiene in considerazione le conclusioni di uno studio scientifico da noi richiesto da cui è emerso che, la rete derivante se usata correttamente non crea danni”. Nel frattempo che la commissione affari costituzionali dia il suo parere rimane in vigore ‘attuale normativa che prevede l’uso delle reti da posta derivanti fino a 2,5 km.