Ieri è arrivato il via libera della Camera dei deputati alla terza e ultima fiducia posta dal governo Renzi sull’Italicum: 342 sì, 15 no e un astenuto, questi sono stati i voti che hanno portato all’approvazione della fiducia. Le opposizioni hanno però disertato la votazione; la decisione di non partecipare è stata presa dopo una serie di contatti ed incontri tra i capigruppo di Forza Italia, Lega Nord, Movimento Cinque Stelle, Fratelli d’Italia e Sel. Ieri mattina si era giunti all’ok per la seconda fiducia sulla riforma della legge elettorale, votata con 350 sì, 193 no e un astenuto. Il voto finale sull’Italicum avverrà lunedì in serata e potrebbe venire effettuato a scrutinio segreto, se Fi lo chiederà. Due giorni fa, la prima fiducia sulla riforma era passata con 352 sì, 207 no e un astenuto. I risultati sono stati certamente quelli più alti mai ottenuti finora dal governo Renzi, escludendo la mancata partecipazione al voto di 38 deputati della minoranza Pd, tra i quali Rosi Bindi, Enrico Letta e Pier Luigi Bersani. Se infatti dalle frange interne della sinistra continuano a piovere critiche e parole dure su Matteo Renzi, la dirigenza del Pd tende a sdrammatizzare, parlando addirittura di una “ricucitura”, al punto che lo stesso Renzi ha paventato la possibilità di una prossima modifica della riforma costituzionale del Senato; anche perchè niente è ancora certo e il voto finale sull’Italicum non fa stare tranquillo l’esecutivo. Ma nonostante le spaccature della minoranza Dem, la compattezza della maggioranza ha strappato parole di stima da parte dell’altrimenti attenta Maria Elena Boschi: “Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia – aveva scritto Renzi su Twitter – ma la strada è ancora lunga”.