Ieri si è svolta la Giornata Mondiale della Biodiversità, istituita dall’Onu nel 1992 per fare annualmente il punto della situazione sullo stato di salute di tutte le specie viventi che abitano il pianeta Terra; quest’anno, l’attenzione si è concentrata sulle isole ed il loro patrimonio naturalistico, costantemente in pericolo a causa del cambiamento climatico, l’inquinamento e lo sfruttamento del suolo. Ad esempio, nel continente europeo l’Italia detiene il più grande tesoro di biodiversità, ma il 20% di questo rischia di scomparire. Ma anche nel resto del mondo pesca non sostenibile, turismo selvaggio, disastri naturali o inquinamento mettono a rischio tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo. L’Italia può vantare oltre il 30% di specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali rispetto all’Europa intera; ma un buon 20%, secondo Legambiente, rischia di estinguersi. Basti pensare che, stando alle stime di Coldiretti, nel secolo scorso in Italia vi erano oltre 8mila varietà di frutta, mentre oggi sono appena 2.000 e di queste almeno 1.500 potrebbero scomparire nei prossimi anni, circa tre varietà su quattro. Anche le foreste globali sono a rischio e secondo il Wwf bisogna impegnarsi di più per preservarle, tenendo conto che costituiscono l’80% della vegetazione mondiale e, oltre ad essere fonte di sostentamento per qualche milione di persone, costituiscono il mezzo di equilibrio migliore per il clima globale e una miniera d’oro per le risorse primarie, come il legno. Se infatti non si regola il riscaldamento globale, secondo molti esperti almeno una specie su sei di animali e piante rischia di diventare un ricordo entro il 2100; l’Ocse ha inoltre stimato i danni economici della perdita di biodiversità tra i 2mila e i 5mila miliardi di dollari all’anno, molto di più della ricchezza complessiva prodotta dalla maggioranza delle nazioni del globo terrestre. Insomma, “nutrire la popolazione senza danneggiare l’ambiente costituisce una delle sfide più importanti che attendono la Terra, strettamente connessa con il contrasto ai cambiamenti climatici” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti.