Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, dopo Telecom e Monte dei Paschi di Siena, facendo valere le sue due azioni dell’Eni si è presentato a Roma all’assemblea degli azionisti della società petrolifera in occasione dell’approvazione del bilancio dell’anno 2014. L’ex comico ha lanciato pesanti accuse sulla multinazionale parlando di “una società che ha dato vita ad un sistema corruttivo”. Il tutto confermato dall’inchiesta per tangenti in Algeria, Nigeria e Kazakistan in cui è coinvolto l’amministratore delegato Claudio Descalzi. “Il sistema di corruzione internazionale messo in piedi da Eni fuori dai confini nazionali e in particolare nel continente africano – ha detto Grillo – è ormai sotto gli occhi di tutti, anche dei magistrati. Il governo proprietario della quota di maggioranza di Eni, 30%, attraverso il ministro dell’Economia e delle Finanze, casse, depositi e prestiti, finga di non sapere e non vede ciò che viene sotto i suoi occhi, e dire che basterebbe inserire nuovi statuti della società partecipate dallo Stato e quotate in borsa, un’apposita clausola in materia di requisiti di onorabilità e di connesse cause di ineleggibilità e decadenza dei componenti del consiglio di amministrazione come abbiamo richiesto più volte noi del Movimento 5 Stelle in parlamento”. E qualche ora dopo l’annuncio della richiesta in parlamento di una commissione d’inchiesta proprio su Eni e Saipem. La risposta di Descalzi non tarda ad arrivare: “Dire che deprediamo le comunità dove viviamo è dire l’opposto di quello che siamo. Questa cosa non si può dire, la afferma solo chi non ci conosce”.